Il comitato permanente per la convenzione di Berna ha votato a favore del declassamento
TOSCANA. Sono diventati migliaia gli animali tra pecore, mucche, capre, asini e cavalli che ogni anno vengono uccisi a causa degli attacchi dei lupi, con una situazione divenuta ormai insostenibile per gli allevamenti delle aree interne, sempre più a rischio di chiusura. La presenza dei lupi è una minaccia per la sopravvivenza della Fattoria Toscana e per la millenaria tradizione lattiero-casearia che è un potente volano del turismo. Ma non ci sono solo i timori manifestati da allevatori ed agricoltori. Quotidiani, e sempre più frequenti, sono gli avvistamenti e gli “incontri” con i lupi anche in prossimità dei centri abitati che pongono una riflessione anche dal punto di vista della sicurezza pubblica. A ricordarlo è Coldiretti Toscana in occasione del pronunciamento del comitato permanente della convenzione di Berna per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, organo del Consiglio d’Europa, che ha votato a favore della richiesta dell’Unione europea di abbassare il livello di protezione per i lupi. L’indirizzo va incontro alle crescenti richieste da parte degli enti locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi. Per Coldiretti Toscana, che a più riprese aveva sottolineato la necessità di affrontare l’emergenza con la scienza e non con l’ideologia, c’è da fare presto: “l’auspicio è che si arrivi velocemente al completamento dell’iter così da consentire l’attuazione di piani a tutela delle nostre imprese e dei cittadini”.
Negli ultimi dieci anni i predatori hanno contribuito, secondo le stime di Coldiretti Toscana, alla chiusura di 800 stalle e ucciso 65 mila tra pecore, capre ed agnellini, costringendo i pastori ad alzare bandiera bianca minando così anche il futuro delle filiere casearie Made in Tuscany che sono una risorsa importante economica e turistica per borghi e paesi. Numeri che testimoniano come il lupo non sia più a rischio estinzione. Al contrario cresce il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole – conclude Coldiretti Toscana – cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici.
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