Il presidente Neri: "L’impegno delle aziende agricole e della Regione Toscana deve essere rivolto a sostenere il settore delle produzioni biologiche integrate e dare spazio alla ricerca"
“Concetti – sostiene – che hanno permeato le scelte dell’ Europa ove all’interno della riforma della Pac, è previsto il raggiungimento del 25% della superficie agricola coltivata a biologico entro il 2030, contro il 7% del 2020”.
“Il nuovo Ddl, in approvazione, – continua Neri – è un passaggio importante perché rafforza anche la politica da noi da tempo sostenuta, relativa alla valorizzazione delle Dop e delle IGP, di cui il biologico è un valore aggiunto che permette anche la loro valorizzazione.”
Per Neri si tratta dunque di una scelta di campo. “Adesso occorrono scelte decise, perché in un momento in cui le coltivazioni intensive hanno creato problemi significativi, oggi ci troviamo di fronte ad un percorso che deve aiutare e garantire anche il consumatore. L’impegno delle aziende agricole e della Regione Toscana deve essere rivolto anche a questo, a sostenere il settore delle produzioni biologiche integrate e dare spazio alla ricerca perché si possa comprendere con maggiore puntualità anche pratiche agronomiche più specifiche”
“Sul biodinamico, – prosegue – ritengo che sia una attività, da ricomprendere in quelle biologiche. Pertanto vale la pena di aprire un confronto scevro da posizione preconcette. Confronto che, anche con il contributo della comunità scientifica, dia modo di valorizzare produzioni, ancorché di nicchia, ma presenti sul mercato. Le tecniche convenzionali, come pure il biologico e il biodinamico, offrono modalità di produzione che valorizzano il made in Italy. D’altro canto anche la nostra associazione annovera al suo interno aziende prestigiose che utilizzano queste tecniche e che raggiungono standard qualitativi elevatissimi, creando prodotti che valorizzano le produzioni italiane dell’agroalimentare nel mondo. Concludo con l’auspicio che la nuova legge sul biologico nasca con lo spirito di difendere determinate produzioni, senza generare ulteriori distinguo.”