Utili per le attività svolte da disoccupati, cassintegrati, pensionati e studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente
FIRENZE. Con i voucher circa 50mila posti di lavoro occasionali possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna dove possono essere impiegati soltanto per le attività svolte da disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’avvio della discussione in aula alla Camera del Dl Dignità che riapre le porte al loro utilizzo dopo il flop della riforma del 2017.
“Con il loro ritorno in agricoltura – sottolinea Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori e si assicura al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestività, necessaria ad una attività condizionata dall’andamento stagionale. Del totale dei voucher utilizzati in Toscana – continua Marcelli – che ricordo nel 2016 sono stati 10.400.000, solo l’1,3% è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso impiegati esclusivamente in attività stagionali come la raccolta delle uve e delle olive”.
In effetti le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore sono quelle a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%.
“Ora occorre fare presto poiché l’estate coincide – mette in evidenza Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne a partire dalle attività di raccolta di verdura e frutta fino ad arrivare alla vendemmia che è già alle porte. L’esperienza toscana conferma come i voucher – conclude De Concilio – non sottraggono lavoro, ma ne liberano altro a cui altrimenti le imprese avrebbero rinunciato, spesso rinunciando alla raccolta del prodotto. Basti pensare che nel 2016, ultimo anno di vita dei voucher, gli operari agricoli sono cresciuti del 5% raggiungendo la soglia delle 57.000 unità”.
“Con il loro ritorno in agricoltura – precisa De Concilio – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari erano e restano soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali. Vediamo come la norma si definisce nel percorso parlamentare appena iniziato perché è importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace – continua – di garantire forme di tutela dei lavoratori ed integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolare bisogno”.