La burocrazia ritarda l’arrivo dei lavoratori dall’estero. In dieci anni triplicati la manodopera non italiana: quasi un prodotto su due raccolto da mani straniere
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2016/08/agricoltura-giovani.jpg)
TOSCANA. Nelle campagne toscane mancano almeno 8 mila lavoratori per assicurare le attività di raccolta ed è ora essenziale completare il percorso avviato negli ultimi mesi per far incontrare realmente domanda e offerta, abbattendo la burocrazia, togliendo spazio al caporalato e rispondendo alle effettive esigenze delle imprese agricole e di sicurezza degli addetti. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in occasione del click day, programmato per oggi, martedì 12 febbraio, per la presentazione delle istanze del Decreto Flussi 2025 relativo alle domande per lavoratori subordinati stagionali per il settore agricolo, oltre a quello turistico-alberghiero.
In Toscana sono poco meno di 60 mila i lavoratori impiegati nelle 50 mila aziende agricole che assicurano i primati del Made in Tuscany a tavola ma che non basta ancora a soddisfare tutte le esigenze nelle campagne, anche a causa di alcune carenze nell’attuale legislazione – rileva Coldiretti Toscana -, proprio a partire dal “click day”. Nel giro di un decennio i lavoratori stranieri sono più che triplicati in Toscana con il 47% della forza lavoro nei campi che dipende da lavoratori rumeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi, queste la nazionalità più rappresentante. Il 70% arriva da paesi extra Ue. Una componente, quella stagionale, aumentata costantemente negli ultimi dieci anni (+36%) e che è sempre più indispensabile per colmare il gap tra domanda ed offerta.
Il problema principale è che l’attuale sistema non prende in considerazione il carattere stagionale dell’attività agricola. Accade spesso che, a causa di problemi burocratici e nei visti, un lavoratore arrivi a stagione di raccolta finita, quando ormai non serve più. Ma è anche assurdo imporre alle aziende di prendere a febbraio un lavoratore che magari servirà in autunno inoltrato. Senza dimenticare il fatto che gli effetti dei cambiamenti climatici stanno rendendo sempre più complicata la programmazione a lungo termine delle attività nelle campagne.
Da qui la richiesta Coldiretti Toscana di adottare una gestione diretta e monitorata dei flussi migratori, che sarebbe oggi possibile proprio grazie al lavoro di concertazione fatto nei mesi scorsi con le modifiche al Decreto flussi. I prossimi passi sono quelli di potenziare l’attività di formazione, a partire da quella effettuata nei Paesi di origine, per consentire alle imprese di avere addetti già formati e ai lavoratori di essere pienamente consapevoli circa il corretto uso dei mezzi di produzione, anche dal punto di vista della sicurezza.
Ma occorre – ricorda Coldiretti Toscana – anche risolvere il problema di quei lavoratori che sono venuti in Italia per essere impiegati nei campi e che poi sono rimasti nel nostro Paese per poter essere assunti l’anno successivo, finendo però in questo modo in una condizione di irregolarità. Con il paradosso che le aziende che vorrebbero e potrebbero utilizzarli non possono farlo. In questo modo si finisce per alimentare fenomeni malavitosi, a partire dal caporalato, con pericoli per i lavoratori e concorrenza sleale verso le imprese oneste.
Per informazioni https://toscana.coldiretti.it/