Gli Oscar sono stati promossi da Giovani Impresa Coldiretti Toscana. Panzacchi: “L'agricoltura è la chiave contro lo spopolamento delle campagne e occupazione giovanile”
TOSCANA. Non è vero che i giovani non vogliono coltivare i campi, allevare animali, tagliare la legna nel bosco o guidare il trattore. A sfatare l’antipatico cliché sono le oltre 3 mila domande presentate per bandi regionali del Piano di Sviluppo Rurale nel periodo 14-22 che hanno contribuito alla nascita, all’insediamento e allo sviluppo di quasi due mila aziende giovanili che stanno adattando velocemente la nostra agricoltura alle tante sfide del prossimo futuro e contrastando, con la loro presenza e le loro attività, il fenomeno della spopolamento dalle aree rurali. Nelle campagna toscana il ricambio generazionale è in pieno corso. Sono 2.746 le imprese agricole under 35, in crescita del 2,2% rispetto al 2019 secondo il sistema camerale, che salgono a 4.336 se consideriamo gli under 40 secondo l’Istat. A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione delle premiazioni regionali dell’Oscar Green 2023, il premio assegnato ogni anno alle imprese agricole più dinamiche, innovatrici, sostenibili che si è tenuto a Firenze sotto lo slogan “Generazione in campo”. Alla premiazione hanno partecipato la Presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani; il Delegato Nazionale Giovani Impresa Coldiretti, Enrico Parisi; il delegato alle politiche giovanili e per l’innovazione della Regione Toscana, Bernard Dika; il consigliere regionale, Marco Niccolai ed il Direttore della Camera di Commercio di Firenze, Giuseppe Salvini.
“L’attività agricola è la chiave per scoraggiare la fuga dei miei coetanei dalle campagne, creare occupazione giovanile e nuovi presupposti per un rilancio delle comunità rurali. Un processo che va però accompagnato ad investimenti sui servizi essenziali e sulle infrastrutture digitali perché il mondo, la vendita, la promozione, le relazioni, oggi sono dentro i nostri cellulari e noi dobbiamo essere connessi. Gli altri scogli che rallentano il rinnovamento sono l’accesso al credito e al capitale fondiario. – spiega Francesco Panzacchi, Delegato Giovani Impresa Coldiretti Toscana – Ogni giorno tocchiamo con mano il desiderio e la volontà di dedicarsi all’agricoltura di tanti ragazzi e ragazze complice anche la ricerca di uno stile di vita scandito dalle stagioni e non più dal cartellino da timbrare o dai target. Il loro contribuito, le loro competenze e la capacità di diversificare sono fondamentali per accelerare il percorso di transizione energetica, ambientale, sociale, economica di cui la nostra Toscana ha bisogno per restare leader a livello mondiale del buon cibo, dell’accoglienza turistica e della bellezza. Molto è stato fatto ma molto c’è da fare per tradurre i progetti che sono ancora sulla carta in imprese”.
Un assaggio di questa straordinaria onda di rinnovamento e multifunzionalità lo hanno fornito, anche quest’anno, gli Oscar Green di Coldiretti. Dall’agricosmetica anti-age a base di kiwi alla start-up che salva gli olivi e con loro il pianeta, dal pastore che produce formaggi sul mare che vende ai turisti al nuovo welfare rurale dell’Oasi della Felicità, dal contadino resiliente che coltiva patate ed alleva bovini di razza Garfagnina fino agli obiettivi di autonomia energetica di un’azienda forestale nell’Appennino Tosco Emiliano. Esperienze imprenditoriali ben rappresentative di un campione di agricoltura che oltre a produrre cibo, cruciale per la popolazione, investe sull’innovazione andando a velocità doppia rispetto alle imprese over 40, sulle energie rinnovabili, sull’accoglienza rurale e sulla didattica ed il sostegno alle fasce più fragili diventando motore nelle comunità soprattutto delle zone più marginali e montane.
La multifunzionalità è una delle caratteristiche vincenti del modello “Toscana” che ha il maggior numero di imprese a livello nazionale, 1.230 in totale (28,4%), che a fianco dell’attività agricola primaria, hanno sviluppato un’attività connessa come l’agriturismo, le attività conto terzi, la produzione di energia alternativa, la trasformazione di prodotti o l’agricoltura sociale. Così come le competenze: il 25,9% laureato o diplomato contro il 12,4% dei capoazienda con età superiore a 40 anni. Caratteristiche che ritroviamo nel campione dell’Oscar Green 2023.
#WILONGEVITY, DAL KIWI A KM ZERO L’AGRICOSMETICA ANTI-AGE
Jacopo Trasolini, 29 anni
Azienda agricola Victore & Rose – Lucignano (Arezzo)
Premio Campagna Amica
Agricosmetica di alta qualità a base di kiwi contro l’invecchiamento della pelle. #Wilongevity è la linea di di prodotti naturali ideata da Jacopo Trasolini (29 anni) dell’azienda agricola Victore & Rose di Lucignano (AR), nata dal desiderio di creare prodotti innovati e personalizzati per gli ospiti dell’agriturismo sfruttando gli straordinari “poteri” anti-aging della vitamina E e della vitamina C contenuti nei kiwi che rassodano la pelle, la rendono più luminosa ed elastica e neutralizzano i radicali liberi. Creme viso e mani così come il bagnoschiuma sono ottenuti attraverso un procedimento di “spremitura” artigianale del kiwi valorizzandone tutte le peculiarità. Grande attenzione è rivolta al packaging: tutti gli imballaggi dei prodotti provengono da materie riciclate e certificate. L’agri cosmetica Made in Tuscany è una delle nuove frontiere esplorate dai giovani agricoltori della regione. Sono già diversi gli esempi di prodotti naturali sviluppati e commercializzati che derivano da produzioni agricoli ma anche da scarti di lavorazione come le creme a base di castagne, miele, lumaca e piante officinali.
PECORE E CACIOTTE SUL MARE, IL PASTORE DELLA VERSILIA
Giacomo Cecconi (36 anni)
Fattoria Versilia – Forte dei Marmi (Lucca)
Premio Fare Filiera
Giacomo Cecconi è il pastore della Versilia. Le sue pecore non “pascolano” tra le alture delle Alpi Apuane o dell’Appennino ma sul mare a due passi dalla mondanità di Forte dei Marmi respirando il profumo del salmastro e dei pini. I suoi formaggi a km zero strizzano l’occhio ai tanti turisti che affollano il litorale ed il suo caseificio è, grazie all’aiuto indispensabile della moglie Teresa, un punto di riferimento per degustazioni guidate e per tantissime scolaresche. Il destino di Giacomo è una storia scritta ai tempi della scuola quando, all’epoca più che un ragazzino, ammirava dalla rete del cortile il bel gregge del casaro Enzo da cui poi imparerà il mestiere. Una passione fulminea tanto che i suoi compagni di classe dell’Istituto Agrario per il suo compleanno, all’età di 17 anni, gli regalarono la sua prima pecora. Dopo l’esperienza a Lajatico, alla Fattoria di Andrea Bocelli, Giacomo è riuscito a chiudere il “cerchio” tornando nella sua Versilia dove sta ripercorrendo le orme del suo mentore. Oggi la sua Fattoria conta circa 180 pecore, maiali, galline e un cavallo ed i suoi formaggi, caciotte, ricotte, yogurt prodotti nel piccolo caseificio aziendale, sono sinonimo di filiera corta, qualità e vendita diretta.
BOLLETTE ZERO E CIPPATO GREEN, SOVRANITA’ ENERGETICA TRA I BOSCHI DEL MUGELLO
Silvia (26 anni) e Francesco Panzacchi (22 anni)
Agrifuta Società Agricola – Firenzuola (Firenze)
Premio Energie per il Futuro e la Sostenibilità
Pannelli fotovoltaici sui tetti, batterie di accumulo per “immagazzinare” l’energia prodotta in eccesso, caldaie a cippato proveniente dalle lavorazioni forestali per riscaldare l’acqua dell’agriturismo e presto anche i primi macchinari ed utensili ricaricabili per il taglio del bosco. La sovranità energetica è già arrivata tra i boschi dell’Alto Mugello. La scelta di sostenibilità dell’Agrifuta di Firenzuola, azienda forestale di 220 ettari guidata da due giovanissimi boscaioli, Silvia (26 anni) e Francesco (22 anni), ha ridotto notevolmente l’impiego di energia di origine fossile sostituendola progressivamente con la produzione in autonomia di energia dal sole ed azzerato le bollette mettendola al riparo dai contraccolpi del mercato energetico degli ultimi due anni. L’azienda di Silvia e Francesco ha avviato anche un percorso per recuperare terreni abbandonati, ad oggi circa 15 ettari destinati a seminativi, farro e patate e diversificare l’attività con l’allevamento di bovini da carne e l’accoglienza turistica.
L’OASI DELLA FELICITA’, IL WELFARE CONTADINO AL SERVIZIO DELLE AREE RURALI
Elena Barbugli (36 anni)
L’Oasi – Vicchio (Firenze)
Premio Coltiviamo Solidarietà
Il welfare contadino al servizio delle aree rurali e delle famiglie grazie alle opportunità della legge sulla multifunzionalità. A Vicchio, nell’Alto Mugello, l’Oasi ne è un fulgido esempio. Elena Barbugli (36 anni), imprenditrice agricola laureata ed educatrice pedagogica qualificata con una lunga esperienza nel mondo della scuola, ha fuso insieme la sua anima rurale e sociale aprendo la strada per un nuovo ruolo dell’agricoltura nelle aree più marginali del territorio dove la carenza di servizi ed infrastrutture può diventare un grande limite all’integrazione e all’inclusività dei soggetti più fragili affetti da disabilità psichica di tutte le età. L’Oasi ha colmato un vuoto collaborando quotidianamente con enti pubblici ed associazioni del territorio affiancando l’attività agricola tradizionale (produce olio extravergine, miele, ortaggi e prodotti del bosco come i marroni) all’organizzazione di attività didattiche e di sostegno, ai campus estivi e ai laboratori didattici fino ai progetti e agli stage per favorire l’inserimento lavorativo attraverso il lavoro “sul campo”. Nello staff aziendale è stato recentemente inserito in pianta stabile uno dei soggetti beneficiari degli stage. L’azienda ha aderito ad un primo progetto di agricoltura sociale nel 2018 grazie alla collaborazione tra varie realtà del territorio che si sono riunite sotto il progetto AMIS
approvato dal Piano di Sviluppo Rurale. E’ partner del Centro del Riuso creativo Remida di Borgo San Lorenzo ed è partner del Festival dell’Inclusione organizzato da Proforma. L’Oasi di Elena è davvero l’Oasi della Felicità.
RESILIENZA CONTADINA SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO, FRANCESCO ED I BOVINI IN VIA DI ESTINZIONE
Francesco Ciucchi (23 anni)
Fonte dei Masseti – San Godenzo (Firenze)
Premio Custodi d’Italia
Le luci della città non lo hanno ammaliato. Alla mondanità ha sempre preferito i suoi boschi. Francesco Ciucchi (23 anni) è uno dei giovani imprenditori agricoli toscani che ha deciso di investire tutto sull’agricoltura di montagna sull’Appennino Tosco-Romagnolo. Figlio di una storica famiglia di boscaioli di San Godenzo che da sette generazioni vive tra quei boschi e terre aspre, Francesco ha aperto la sua azienda nel 2019. Oggi può contare su 20 ettari tra terreni di proprietà ed in affitto tra 800 e 900 metri sul livello del mare. Diplomato alla scuola di agraria di Borgo San Lorenzo (in Toscana uno su quattro dei capi di azienda under 40 è laureato o diplomato), Francesco alleva bovini di razza Garfagnina, una delle razze considerate in via di estinzione (sono poco più di 2 mila gli esemplari in regione), coltiva patate biologiche e recupera terreni abbandonati per rimetterli in produzione. Il suo, nonostante la giovanissima età, è un esempio di resilienza contadina.
AGRICOLTURA DA ADOTTARE, SALVARE GLI ULIVI PER SALVARE IL PIANETA
Tommaso Dami (33 anni), Ana Soto (29 anni) e Cosimo Lunetti (25 anni)
Società Agricola Ager Oliva – Pistoia
Premio Impresa Digitale
Salvare gli olivi abbandonati, la biodiversità ed il pianeta che sta affogando sotto i colpi degli effetti dei cambiamenti climatici. Sono gli obiettivi di Ager Oliva, la “Climate Tech Company” creata nel 2012 da un gruppo di giovani – l’ideatore Tommaso Dami (33 anni) ed i suoi soci Ana Soto (29 anni) e Cosimo Lunetti (25 anni) – per la salvaguardia della biodiversità e per la compensazione di CO2 attraverso piantagioni di uliveti in terreni incolti per aumentare la produzione d’olio ed innovare l’agricoltura. Un modello di business basato sull’adozione degli uliveti, da parte di appassionati e da parte di investitori strutturati. Ager Oliva nel primo anno aveva già fatto adottare 700 ulivi, spesso in stato di abbandono, che vengono ripristinati e, quando occorre, dotati di impianti di irrigazione. Oggi gli ulivi gestiti da Ager Oliva sono 3000 in 4 comuni: Montecatini Terme, Pistoia, Montale, Vinci. Una dimensione che permetterà già quest’anno di raggiungere il Break Even Point. Ma l’ambizione è di ripristinare tantissimi uliveti abbandonati in tutta Italia. Solo in Toscana gli ulivi non più produttivi sono 4 milioni.
Per informazioni www.toscana.