Molte le famiglie che hanno difficoltà per la spesa alimentare e spesso rinunciano alla qualità
SIENA. Il prezzo della pasta continua a salire e per i cittadini acquistare prodotti alimentari è sempre più proibitivo. Una situazione che evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso. E l’analisi Coldiretti/Censis evidenzia anche come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.
“E’ un dato sicuramente preoccupante – afferma Luigi Sardone Presidente di Coldiretti Siena – ma l’aspetto che più deve far riflettere è la contraddizione che balza agli occhi guardando i numeri. Il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 23 centesimi al kg con una diminuzione sul 2023 del 56% mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell’inflazione. Si legge – continua il Presidente – che anche a livello nazionale le associazioni dei consumatori si stanno muovendo. Dopo la convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, chiedono l’intervento dell’Antitrust allo scopo di fare chiarezza su possibili fenomeni speculativi sull’aumento vertiginoso della pasta.”
Anche nel nostro territorio la situazione è delicata e investe un comparto è molto importante che impiega un grande numero di persone. “Non dimentichiamoci- prosegue Sardone – che stiamo parlando di un settore nel quale la provincia di Siena recita un ruolo importante. Abbiamo circa 2.100 imprese cerealicole che contano oltre 4.000 addetti. In totale ci sono 38.000 Ettari coltivati e si producono 1.500.000 quintali cereali (il 30% della Toscana). Un business importante, con un volume di affari intorno ai 100.000.000 € e che evidentemente subisce questa situazione che si è creata. Ma soprattutto – conclude – siamo preoccupati per le famiglie.