Il rischio che il 2023 possa essere un anno disastroso per l’agricoltura è concreto. Ecco perchè
SIENA. Ortaggi distrutti dalla grandine, vigneti fortemente danneggiati, grano abbattuto, colture affogate nei campi finiti sott’acqua per i nubifragi. Il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo l’Italia sta provocando danni incalcolabili all’agricoltura. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della perturbazione che attraversa la Penisola dove sono stati rilevati ben 21 eventi estremi negli ultimi giorni tra violenti temporali, forti grandinate e tempeste di vento.
Anche la provincia di Siena non vive una situazione positiva e la preoccupazione di Coldiretti Siena sulle coltivazioni tipiche del territorio è massima. A soffrire sono i vigneti, in particolare nelle zone di Monteriggioni, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti, tutta l’area considerata tra le più importanti per la produzione vinicola, fortemente colpita dalla grandine.
La preoccupazione degli agricoltori deriva dal possibile innalzamento repentino delle temperature con un improvviso stop delle piogge che potrebbe favorire il proliferarsi di malattie fungine, in particolar modo la Peronospora, la malattia crittogamica più grave della vite, che subirebbe ingenti danni e che porterebbe inevitabilmente a un calo della produzione di vino.
Anche l’olivo, che in questo periodo sta iniziando la fioritura, sta dimostrando qualche eccesso di acqua che andrebbe a colpire una produzione che già nel 2022 aveva subito un calo quantitativo importante.
La situazione dei cereali non è certo migliore, la Val d’Arbia, zona caratterizzata da forti precipitazioni, e area molto importante per questo tipo di coltura, potrebbe riportare gravi danni. Non dimentichiamo che solo nel senese si produce 1/3 del grano della Regione e anche in questo caso le eccessive piogge potrebbero portare a malattie come il “mal del piede” mettendo a rischio la produzione. Questa malattia che colpisce i cereali come il frumento, l’orzo e l’avena, parte da un marciume dovuto appunto all’eccesso di acqua, che nel peggiore dei casi porta la pianta a svilupparsi poco e male o addirittura alla morte.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi.
Il rischio che il 2023 possa essere un anno disastroso per l’agricoltura c’è ed è concreto. E questa situazione va ad aggiungersi alla vicenda ormai nota che vede il prezzo della pasta aumentato del 14% ma il prezzo del grano calato del 40%, con la necessità sempre più forte di importazioni dal Canada.