"Due calamità che rischiano di causare danni irreversibili all'agroalimentare ed ai cittadini"
FIRENZE. L’estate 2017 rischia di essere ricordata come quella delle emergenze sia naturali, per anomali andamenti climatici, sia “innaturali” per scelte sconsiderate come quella di adottare l’accordo UE-Canada che può arrecare danni irreversibili alla nostra agricoltura.
Salgono a circa 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma segnato anche da disastrosi incendi e violenti temporali che si sono abbattuti a macchia di leopardo. Solo ieri in Toscana si contavano oltre 60 incendi attivi.
Nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo e la crisi idrica per gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro da industria, ma anche i vigneti e gli uliveti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte con l’allarme siccità che si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale con maggiori costi e danni in tutte le regioni anche se con diversa intensità.
Oltre 200 milioni di euro è la stima dei danni da siccità all’agricoltura stimati dalla Coldiretti in Toscana dove la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza. Solo la perdita di prodotto per grano tenero e duro è valutata in circa 50 milioni di euro; altri 35 milioni sono i danni al mais, altre foraggere e girasole, ma guasti da quantificare sono destinati a riguardare anche i vigneti e gli oliveti.
In questi giorni il tema della siccità e dei connessi incendi è stato al centro delle cronache e della conta dei danni. Ma come accade spesso in questi casi le prime piogge porteranno via problemi e ricordi fino alla prossima emergenza. Coldiretti non ci sta e rilancia l’esigenza di un nuova politica delle acque fatta di risorse e programmazione.
“E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in una situazione in cui quasi 9 litri di pioggia su 10 sono perduti”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Toscana Tulio Marcelli. “L’Italia resta un paese piovoso – continua – con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente cadono, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%”.
Di una seria politica di valorizzazione della risorsa idrica ne sarà parlato nell’ambito del convegno organizzato da Coldiretti e ANBI Toscana lunedì prossimo 24 Luglio a Firenze nell’auditorium del Consiglio Regionale con gli interventi di EUGENIO GIANI Presidente Consiglio Regione Toscana, MARCO BOTTINO Presidente ANBI Toscana, FEDERICA FRATONI Assessore Ambiente Regione Toscana, MASSIMO GARGANO Direttore ANBI Nazionale, ERASMO D’ANGEIS Capo unità di Governo “Italiasicura” e le conclusioni di TULIO MARCELLI – Presidente Coldiretti Toscana.
L’altra emergenza del tutto “innaturale” che questa estate rischia di cadere come una tegola sull’agricoltura ed anche sui cittadini è l’accordo UE-Canada noto come accordo Ceta che è in fase di ratifica da parte del Parlamento e che dovrebbe entrare in vigore a Settembre.
“Siamo molto preoccupati per gli effetti che questo accordo, se ratificato,potrà avere sulle eccellenze agroalimentari toscane – ha commentato Antonio De Concilio Direttore Coldiretti – Le nostre Dop e Igp e le altre produzioni cerealicole e zootecniche, sono il frutto del lavoro di generazioni di imprenditori che hanno reso il Made in Tuscany famoso nel mondo, con il patrimonio storico-culturale di cui è intriso. Le imprese agricole disseminate sul territorio, spesso in aree montane e marginali, svolgono un lavoro prezioso di presidio ambientale contro il degrado e l’abbandono. Un patrimonio che rischia di essere vanificato sull’altare di qualche multinazionale”. “Le produzioni agricole che si fregiano di un marchio DOP e IGP, i vini DOC, DOCG e IGT, e il BIO rappresentano la punta di diamante di una agricoltura di eccellenza come quella Toscana – ha concluso De Concilio – di cui Coldiretti intende tutelare l’identità contro la pirateria agroalimentare internazionale, che rischia di essere legalizzata con il CETA”.