Chiuse 800 stalle, uccise 65 mila tra pecore, capre ed agnellini
FIRENZE. “Il declassamento dello status di protezione del lupo da rigorosa a semplice risponde alle richieste delle autorità locali, degli allevatori e degli agricoltori di maggiore flessibilità per gestire attivamente le concentrazioni critiche di lupi. E’ un passo avanti notevole nell’approccio alla gestione di un evidente disequilibrio che ha portato in Toscana alla chiusura di centinaia di stalle contribuendo al progressivo abbandono ed impoverimento delle nostre campagne. Finalmente si affronta l’emergenza con la scienza e non con l’ideologia”. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana nel commentare l’approvazione da parte del Coreper del progetto di decisione del Consiglio che propone la modifica dello status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, ponendo di fatto le basi per una conseguente modifica anche della Direttiva Habitat a livello Ue.
Gli attacchi dei lupi causano ogni anno la morte di migliaia di pecore, capre ed agnellini con stragi negli allevamenti di quotidiana cadenza soprattutto nei territori della maremma, del senese e dell’aretino ma che stanno portando al collasso gli allevamenti delle zone interne e montane, aggravando il pericolo di abbandono di queste aree. Negli ultimi dieci anni, secondo i dati elaborati da Coldiretti, i predatori hanno contribuito alla chiusura di 800 stalle e ucciso 65 mila tra pecore, capre ed agnellini, costringendo i pastori ad alzare bandiera bianca minando così anche il futuro delle filiere casearie Made in Tuscany che sono una risorsa importante economica e turistica per borghi e paesi. Per denunciare una situazione non più sostenibile Coldiretti ha promosso in Maremma, uno dei territori più colpiti assieme al senese e all’aretino, la campagna #salviamoipastori per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla silenziosa emergenza predazioni con cartelli stradali choc apposti davanti all’ingresso delle aziende ovine,che hanno subito le predazioni, e ad una mappa digitale georeferenziata dei luoghi dove si sono consumati i “delitti” con tanto di legenda informativa (giorno, azienda, località, capi uccisi).
Secondo lo studio di Life WolfAlps EU sono intorno ai 3.300 esemplari di lupo in Italia di cui 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana, dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei e dove non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da numerosi video ed incontri. La presenza dei predatori anche vicino alle abitazioni, in zone antropizzate, non è più un tabù. Gli avvistamenti sono quotidiani e con essi cresce la preoccupazione degli abitanti.
Dati secondo i quali il lupo non è più a rischio estinzione – sottolinea Coldiretti Toscana – mentre aumenta il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole – conclude Coldiretti Toscana – cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici”.
Per informazioni https://toscana.coldiretti.it/