L'alveare Toscana in difficoltà anche per le anomalie climatiche, ma la direttiva breakfast porterà più trasparenza
TOSCANA. Melari vuoti (o quasi) e boom di importazioni di miele straniero (+23%). E’ una festa a metà quella della Giornata Mondiale delle Api che si celebra il 20 maggio 2024 con l’obiettivo di far conoscere ai cittadini l’importanza della “bee economy”, un settore del made in Italy fondamentale per la difesa della biodiversità oggi messo a rischio da clima e concorrenza sleale. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha promosso nei mercati e nelle aziende agricole laboratori didattici, degustazioni e visite tra le arnie.
In Toscana sono oltre 7 mila le aziende apistiche che si prendono cura di 170 mila alveari e 20 mila sciami e producono numerose tipologie di miele, dall’acacia al castagno, dall’edera al girasole, dalla sulla al rovo, con una crescita sensibile della presenza di donne e giovani a condurre le aziende apistiche. Un settore in grandi difficoltà a causa dei cambiamenti climatici che mandando in tilt le api che non riescono più a sincronizzarsi con le piante con conseguenze non solo sulla quantità di miele prodotto e sulla sostenibilità economica delle aziende agricole ma principalmente per le colture alimentari considerando che tre su quattro dipendono proprio dalle api e dagli altri impollinatori.
Ai rischi climatici si aggiungono i rischi per le importazioni di miele da paesi terzi di bassa qualità nei confronti del quale è bene essere preparati. Quando si acquista un barattolo di miele è occorre infatti sempre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolte interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.
Un ulteriore sostegno in tale direzione viene dalla nuova Direttiva Breakfast varata dall’Unione Europea che introduce un’etichetta obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine, e avvia un processo per creare un sistema di tracciabilità del prodotto. Nel caso di miscele, l’etichetta includerà anche la percentuale per ciascun Paese di provenienza. “Le norme di aggiornamento contrasteranno le importazioni di miele adulterato da paesi terzi attraverso l’etichettatura obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine e avvieranno un processo per creare un sistema di tracciabilità del miele. Nel caso delle miscele saranno indicate anche le percentuali con cui ciascun paese partecipa alla composizione di quel prodotto. E’ un bel passo in avanti verso la trasparenza. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Sono state poste le condizioni per mettere nelle condizioni il consumatore di avere un approccio consapevole ed informato al momento dell’acquisto e ai produttori di poter contare su strumenti efficaci per contrastare le contraffazioni e la concorrenza sleale. Trasparenza, tracciabilità e reciprocità sono per noi principi irrinunciabili per tutelare il reddito delle imprese agricole e la salute dei cittadini non solo italiani”.
Per informazioni www.toscana.