Serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco
FIRENZE. La Regione Toscana ha posticipato al 15 settembre il periodo a rischio per lo sviluppo di incendi boschivi e il conseguente divieto assoluto di abbruciamento di residui vegetali agricoli e forestali. La scadenza prevista dalla normativa regionale sarebbe stata il 31 agosto: la proroga si è resa necessaria di fronte al perdurare di questa estate siccitosa, nella quale si mantiene molto elevato il rischio di innesco e propagazione di incendi. Allo stesso tempo le previsioni meteo a medio termine elaborate dal Consorzio LaMMA inoltre forniscono indicazioni su probabili prevalenti condizioni di alta pressione con tempo stabile e temperature generalmente al di sopra dei valori medi fino almeno al 4-5 settembre.
La proroga del periodo a rischio si lega alla necessità di fronteggiare con gli strumenti della prevenzione un’estate che è stata caratterizzata da un gran numero di roghi. Nel mese di agosto si sono verificati in Toscana sin qui ben 209 incendi ed è andata a fuoco una superficie boscata pari a 429,5 ettari (con una media a evento di poco superiore ai 2 ettari). Anche peggio è andata nel mese di luglio, le statistiche parlano chiaro: ci sono stati ben 216 incendi boschivi che hanno percorso circa 955 ettari di bosco. Rilevante è anche il dato della superficie di vegetazione non boschiva percorsa dal fuoco: circa 1500 ettari alla data del 30 luglio. Ultimo evento l’incendio di Domenica sera a Castelnuovo Berardenga che ha distrutto sette ettari di vigneto nel chianti senese a pochi giorni dalla vendemmia.
“Quest’anno gli incendi sono praticamente triplicati rispetto alla media dei 10 anni precedenti spinti dalla siccita’, dall’incuria e dall’abbandono dei boschi divenuti facile preda dei piromani”. E’ quanto afferma Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana nel sottolineare che “vanno in fumo anni di lavoro e ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ed un costo per la collettività stimabile in circa diecimila euro all’ettaro percorso dalle fiamme”. Una situazione favorita – sottolinea la Coldiretti – da una estate che si chiude con una ulteriore ondata di caldo torrido in un mese di agosto con temperature massime sono risultate superiori di 3,9 gradi la media mentre le precipitazioni sono in calo del 62,3% nella prima decade, dopo che la temperatura massima è stata superiore alla media di 1,2 gradi a luglio e di 3,1 gradi a giugno mentre le precipitazioni sono state inferiori rispettivamente del 41,6% a del 31,5% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ucea. Oltre alla drammatica perdita di vite umane, gli incendi – sostiene la Coldiretti – hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. “Nelle foreste andate a fuoco – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati. Insieme alle disdette provocate in molti agriturismi sono gravi anche i danni diretti registrati alle coltivazioni agricole”.
La Toscana è una delle regioni più boscate italiane con i suoi 900mila ettari di boschi distribuiti nei 128 comuni montani dove vivono 600mila persone.
“I nostri boschi a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati vere giungle ingovernabili in preda ai piromani. Per difendere il bosco occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli – continua De Concilio – per questo occorre cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.