Incontro a San Gimignano su sfide e opportunità delle aziende agricole
SIENA. Quando l’agricoltura dà una mano al welfare, l’impresa riesce a fare reddito rispondendo ai bisogni della collettività. E’ lo stimolante tema affrontato oggi a San Gimignano (Si) da Coldiretti Donne Impresa Siena con l’incontro “Agricoltura sociale: sfide e opportunità”, appuntamento ideato per illustrare le nuove opportunità offerte alle aziende dalla diversificazione dell’agricoltura e per presentare le esperienze innovative, messe in campo dagli agricoltori più sensibili alle questioni sociali.
Ormai sono sempre più numerose le realtà agricole interessate a mettere in campo soluzioni alternative di servizi per l’infanzia, gli anziani, l’inserimento occupazionale di soggetti a bassa contrattualità, le persone disabili.
Le aziende, facilitate dall’entrata in vigore del nuovo regolamento attuativo della legge regionale 30/2003 e dall’ormai imminente apertura dei bandi del nuovo Psr, cominciano ad esplorare con interesse le opportunità che si possono sviluppare per offrire un welfare innovativo, al servizio delle aree periurbane e rurali, dove i servizi notoriamente scarseggiano.
Il workshop, ospitato dall’azienda agrituristica Cappella Sant’Andrea, specializzata nella produzione della Vernaccia, è partito dall’aggiornamento sul quadro normativo regionale per approdare al racconto delle esperienze reali, a volte così toccanti da stimolare intense “agri-emozioni” tra i presenti.
“Nell’area senese, dove la diversificazione ha raggiunto punte di eccellenza con l’agriturismo, molte aziende, oggi, per integrare il reddito e destagionalizzare l’attività, mostrano un vivace interesse per la possibilità di avviare servizi alla persona e rispondere così anche alle esigenze della collettività, in modo più flessibile e a misura delle nuove necessità di un tessuto sociale che fatica ad avere risposte”, ha spiegato il direttore di Coldiretti Siena, Francesco Sossi.
Tecnico, approfondito e molto interessante l’intervento di Lucia Bruni, funzionaria della Regione Toscana, che, analizzando da vicino le novità proposte dalla norma, ha suscitato un interessante e articolato dibattito tra gli imprenditori presenti.
“Siamo di fronte ad una svolta epocale – ha detto la responsabile regionale di Coldiretti Donne Impesa, Maria Cristina Rocchi – . Finalmente riconosciamo all’agricoltura non solo il ruolo produttivo, ma il valore di bene comune, di attività che opera a favore della collettività, attraverso la tutela ambientale, la difesa della salute, la qualità della vita e la valorizzazione della persona: il mondo agricolo è, insomma, in grande trasformazione. Le novità normative danno una risposta concreta alle idee innovative che maturano nelle nostre aziende. Adesso è più facile attivare percorsi virtuosi di diversificazione agricola che, oltre ad offrire nuove opportunità di reddito, accrescono la reputazione delle imprese e aggiungono valore ai loro prodotti”.
Toccante e bella l’esperienza di Flavia del Seta, titolare dell’azienda che ha fatto da cornice all’evento. Lei, che insieme al marito Francesco, si è trovata catapultata all’improvviso in cantina, per prendere in mano le redini dell’azienda del nonno, ha saputo coniugare la passione per l’arte con la sapienza contadina. “Il nuovo corso della storia aziendale si è subito caratterizzato con un’innovazione”, ha raccontato Flavia. “Ci mettiamo l’arte dentro l’etichetta”, abbiamo pensato e così sono nate le etichette d’artista. Abbiamo coinvolto un gruppo di pittori impegnati nell’arte-terapia. Sono nati così pezzi unici e irripetibili, bottiglie con la storia dentro, l’arte in vetrina e l’agricoltura nel fondo. Autori, sono gli utenti del centro diurno senese Riabilita, affetti da problematiche psichiatriche. Hanno realizzato disegni da cui sono stati scelti i dettagli che caratterizzato 50 bottiglie dedicate all’esposizione artistica “ViniDiDonne”.
Il progetto, per cui Flavia del Seta, ha conquistato nel 2013 il premio Oscar Green Toscana (nella categoria Esportare il territorio), è stato sviluppato sotto la regia dell’Università degli Studi di Siena, rappresentata al convegno dal professor Giovanni Boselli.
Concludendo l’iniziativa Maria Cristina Rocchi ha aggiunto: “L’agricoltura rappresenta un settore verso il quale si registra un rinnovato interesse. Anche i giovani dimostrano la volontà di tornare ad occuparsi della campagna, in cui intravedono nuove opportunità di business. Sono proprio i giovani e le donne ad esplorare nuove strade, a sviluppare esperienze inedite, a interessarsi delle pratiche di agricoltura sociale con l’obiettivo di tentare operazioni di inclusione per disabili, rifugiati, tossicodipendenti o detenuti. In effetti l’agricoltura sociale – ha spiegato ancora Rocchi – è un esempio di multifunzionalità che può comprendere una pluralità di esperienze e contribuisce ad avvicinare le imprese agricole ai cittadini, conciliando lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale. Agricoltura sociale significa anche creare interventi per rafforzare la rete dei servizi nelle aree rurali, notoriamente povere di risposte organizzate ai bisogni sociali”. Per questo anche da parte delle amministrazioni locali arrivano manifestazioni di attenzione e di interesse per un agri-welfare che consente un maggiore presidio del territorio a prezzi contenuti.