Baragli (Fedagripesca Toscana): "La gente non denuncia più: i rimborsi non arrivano"
FIRENZE. “Ho sempre detto che le recinzioni non mi piacciono, ma la verità è che adesso non possiamo più farne a meno. C’è una invasione di animali – come caprioli e cinghiali – che stanno portando danni enormi. Le aziende sono in difficoltà, c’è chi è costretto a tagliare, chi addirittura chiude. Se una recinzione limita i danni, allora usiamola. Anche perché la gente non denuncia più, c’è una sfiducia dettata dal fatto che i rimborsi in pratica non ci sono”. A dirlo è il vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, Ritano Baragli.
“Ormai le recinzioni sono necessarie, è inutile che qualche gruppo si voglia per forza mettere di traverso – aggiunge -. Faccio un esempio: nel Chianti Classico il vino sfuso è quotato sui 300-350 euro a ettolitro, pensate cosa può accedere quando caprioli e cinghiali riescono a mangiare anche solo 10 quintali di uva. Diventa un danno economico immenso. Quindi bisogna cercare di usare tutti i metodi per limitare questi animali. A preoccuparmi in questa fase sono soprattutto i caprioli, sono capaci di creare grandi problemi – conclude Baragli -. Il settore è già in difficoltà, se non ci sono le giuste precauzioni la situazione rischia di degenerare. Poi sono d’accordo con chi dice che le recinzioni vanno fatte bene, in modo da non deturpare il paesaggio: so che ci vuole il giusto equilibrio e il rispetto dell’ambiente. Al tempo stesso serve però il rispetto di chi lavora in queste aree”.