Disdette sui contratti per ritiro latte: chiudono caseifici ed allevamenti. In pericolo la produzione del pecorino ed il suo indotto
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SIENA. Allevamenti ovini al collasso in Toscana, difficoltà in provincia di Siena. Alla continua emergenza predatori, con assalti alle greggi da ormai troppi anni; il settore è oggi di fronte ad una crisi di mercato: grandi nomi dell’industria lattiero-casearia presenti in Toscana (come Granarolo e Alival), hanno comunicato la disdetta dei contratti già stipulati. In pratica non vogliono più il latte dei pastori toscani. Una situazione particolarmente grave nelle province di Siena e Grosseto dove maggiore è la presenza della pastorizia. Così stanno chiudendo alcuni caseifici intermedi e la situazione si aggrava, ed a cascata chiudono gli allevamenti, già stremati da anni di crisi.
Se ne è parlato alla Direzione della Cia Toscana dove è stato contattato telefonicamente l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi per richiedere l’attivazione urgente del tavolo di filiera.
«La situazione è molto complicata – spiega Valentino Berni, presidente Cia Siena –, ai pastori stanno arrivando annullamenti dei contratti per la fornitura del latte. Non conosciamo le precise motivazioni: possiamo pensare a delocalizzazioni oppure diverse strategie industriali. Resta comunque un problema da risolvere e per questo abbiamo interessato con urgenza la Regione e l’assessore Remaschi».
«E’ un momento quanto mai complicato per questo settore in provincia di Siena – aggiunge il direttore Cia Siena, Roberto Bartolini -. Il futuro della pastorizia in molte aree della provincia di Siena, come la Val d’Orcia e le Crete Senesi, significa futuro del territorio e tutela del paesaggio. Oltre, ovviamente, alla fine della produzione del pregiato formaggio Pecorino che crea reddito per tutto il comparto, ma anche valore aggiunto al territorio ed al turismo».