Il direttore ha partecipato al congresso regionale della Fai Cisl Toscana: "Decisiva la collaborazione tra aziende e lavoratori"
FIRENZE. “La Toscana, come ci insegna la storia, è stata spesso foriera di idee che sono state condivise anche in altri contesti regionali e nazionali. Per poter far ripartire il nostro settore, colpito dal Covid, è importante avere anche un confronto franco e diretto con le associazioni sindacali: un esempio per tutti la questione degli appalti, dibattuta su molti tavoli. È il confronto che fa la differenza. C’è sempre più bisogno di governare gli eventi e di non subirli”. È quanto dichiarato dal direttore di Confagricoltura Toscana Gianluca Cavicchioli in occasione del congresso regionale della Fai Cisl Toscana, organizzato alla villa medicea La Ferdinanda, ad Artimino (Prato).
“Noi ci impegniamo – ha aggiunto – a far proposte, condite di buon senso e fattibilità. Troviamo comuni intendimenti anche nelle istituzioni, come ha fatto la Regione Toscana in occasione della formulazione delle linee d’indirizzo sulla consapevole e corretta individuazione dei prestatori di servizi dei lavori agricoli. È un altro esempio di come certe cose si possono fare con chiarezza e determinazione. La comunità d’intenti, come la sicurezza sui luoghi di lavoro ed il rispetto delle norme, sono aspetti che stanno a cuore a tutto il nostro settore. Palese testimonianza sono i contratti di lavoro. Ripeto: solo con la sinergia è possibile ottenere risultati”.
Sulla ripartenza post Covid, ha spiegato Cavicchioli che “la programmazione è sempre stata fondamentale, ed oggi lo è ancor di più. Bisogna ragionare su uno scenario che non deve essere lontano, ma immediato: si sono sviluppate interessanti opportunità come la vendita online e questo ovviamente va assecondato. La digitalizzazione diviene imprescindibile, volano dirimente per uno sviluppo costante. C’è poi la necessità di mettere in condizione gli agricoltori di poter produrre bene: se io conquisto dei mercati, poi ho necessità di soddisfarli. Da qui la necessità di proteggere le nostre produzioni e facilitare la loro promozione. La mancanza di questo vanifica investimenti a vantaggio di altri”.
Il direttore di Confagricoltura Toscana ha concluso affermando che “l’azienda deve rimanere al centro dell’attività. Gli agricoltori nel loro dna hanno, da sempre, attenzione al territorio ed al suo sostenibile sviluppo”.