FIRENZE. Firenze (900 milioni), Siena (667 milioni) e Pistoia (584 milioni) regine dell’export a tavola: contribuiscono da sole al 60% del valore di tutte le esportazioni agroalimentari. Un apporto fondamentale allo storico record di prodotti inviati all’estero, che nel 2023 hanno sfiorato i 3,5 miliardi di euro di valore con un aumento del 5% rispetto al ’22.
“L’agroalimentare è una locomotiva sempre più importante dell’economia toscana, un settore strategico dal punto di vista dell’occupazione tra addetti diretti ed indiretti – sentenzia Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana –. La crescita delle esportazioni è diffusa e costante sul territorio a conferma della straordinaria richiesta dei prodotti Made in Tuscany sui mercati internazionali, che sono associati dai consumatori di tutto il mondo alla qualità, alla sicurezza alimentare, alla tracciabilità e alla trasparenza. Questa crescita va però sostenuta, rafforzando l’agricoltura e difendendo i cittadini consumatori dall’inganno. Il rischio senza un’adeguata trasparenza è di portare sulle tavole prodotti “italianizzati”, ma non italiani perché realizzati dalle lavorazioni di materie prime straniere. Ecco perché nel mirino è finito il codice doganale, che con l’ultima lavorazione consente al prodotto di ottenere la carta di identità italiana. Proprio per superare questa anomalia è partita la raccolta di firme in Italia e in sette Stati europei con l’obiettivo di ottenere oltre un milione di adesioni. Ma vanno anche potenziati i controlli nei confronti dei prodotti che arrivano dai paesi extra Ue, spesso realizzati sfruttando la manodopera o utilizzando tecniche di produzione e fitosanitari da noi vietati, che fanno crollare i prezzi dei prodotti agricoli nazionali”.
Malgrado la prolungata instabilità geopolitica, che influisce sui mercati e l’inflazione strisciante che continua a farsi sentire sui conti delle famiglie, l’agroalimentare Made in Tuscany ha continuato a marciare spedito abbattendo un primato dopo l’altro. Nell’anno appena concluso il valore di vino, olio, piante, ortaggi, frutta, pasta e di tutti gli altri prodotti del paniere è cresciuto ulteriormente. Il vino è il prodotto regionale più richiesto con quasi 1,2 miliardi di euro (-4%) insieme all’olio e derivati con 996 milioni di euro (+16,6%) e al settore del vivaismo con 375 milioni di euro (-0,5%).
Il primato del Made in Tuscany all’estero è trainato da un’agricoltura tra le più green d’Europa con – evidenzia Coldiretti Toscana – con il 34% delle superfici biologiche e quasi 10mila operatori impegnati, 467 specialità alimentari tradizionali e 90 filiere del cibo e del vino Dop e IGP.
La classifica delle province
1° Firenze 900 milioni
2° Siena 667 milioni
3° Pistoia 584 milioni
4° Lucca 358 milioni
5° Arezzo 282 milioni
6° Livorno 246 milioni
7° Grosseto 230 milioni
8° Pisa 169 milioni
9° Prato 27 milioni
10° Massa Carrara 3,7 milioni
(Fonte Coldiretti Toscana su elaborazione dati Istat)