La commissione Sviluppo economico ascolta rappresentanti delle associazioni e assicura massimo impegno. La presidente: “Impegnati su più fronti”
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FIRENZE. La commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale ha ascoltato rappresentati delle associazioni di categoria del mondo agricolo su problemi ma anche sulle “prospettive” del settore ha spiegato la presidente Ilaria Bugetti (Pd). Quasi un’anticipazione di quella che ha definito la “partita più importante che dovremo giocare” riferendosi ai fondi strutturali che in autunno saranno assegnati al settore e che “proveremo ad indirizzare di concerto con tutte le categorie”. “La Regione è attenta e impegnata su più fronti per dare sostegno al settore” ha aggiunto Bugetti parlando anche di una serie di ipotesi allo studio con la Giunta come “accordi di programma per declinare e diversificare le misure di intervento calibrandole sulle esigenze di ogni territorio”.
Il confronto si è concentrato soprattutto sulle pesanti ricadute dovute all’aumento del prezzo dell’energia e del carburante. Dopo i primi provvedimenti adottati dal Governo, ritenuti comunque “insufficienti”, c’è ancora molto da fare. Preoccupazione è stata sollevata per il forte aumento del latte, soprattutto del gruppo Mukki, che si registra solo in Toscana. Una “distorsione”, peraltro “non giustificata solo dall’aumento dei prezzi energetici e del gasolio”, che è stata portata all’attenzione diretta della Commissione e sulla quale, secondo quanto emerso nel corso della seduta, le autorità competenti si stanno giù muovendo. Elena Meini (Lega), ha suggerito un atto condiviso, magari partendo da altri atti di indirizzo già approvati dal Consiglio e riferiti alle differenze di costo del latte, tema “prioritario” anche per il vicepresidente segretario della Commissione Mario Puppa (Pd).
Altro tema sul tavolo, le opportunità di sviluppo del settore, da affrontare “nel più breve tempo possibile” e “per evitare situazioni drammatiche” attraverso una “concertazione programmatica”. Occorre, è stato detto da più parti, “creare delle filiere virtuose” per “migliorare le condizioni dei produttori e quindi anche delle famiglie”. Il problema del settore agricolo ha radici profonde primo fra tutti la “mancata progettualità di opere necessarie ad intercettare l’approvvigionamento di acqua”. Lo snellimento delle procedure resta un punto fermo, segue a ruota la pianificazione del paesaggio agricolo e quindi come si vuole disegnare la Toscana. Le culture intensive, per fare un esempio, hanno bisogno di interventi continui, utilizzo massiccio di pesticidi e grande quantità di acqua. Il settore, invece, spinge per una “agricoltura sostenibile in armonia con il paesaggio e favorendo un uso attento del territorio”. Tra le richieste avanzate quella di “concentrare le risorse sull’aggregazione d’impresa”. Insomma, “meglio risorse mirate che soldi a pioggia”.