di Augusto Mattioli
SIENA. Un sogno realizzato quello del 16 enne Manuel Raul, studente del secondo anno dell’indirizzo economico sportivo dell’Istituto Bandini. Oggi è un calciatore vero, che si sta facendo valere in questo mondo, in cui è difficile emergere e in cui tanti ragazzi cercano di realizzarsi.
Una storia comune a tanti suoi coetanei quella di Manuel, giovane dal carattere forte, aperto. “Voglio diventare in futuro allenatore ma intanto voglio giocare”, ha raccontato oggi nell’aula magna della scuola, che ha organizzato per lui una giornata perché raccontasse la sua esperienza, presenti anche i suoi compagni di classe, in gran parte calciatori come lui. Ma rispetto a loro Manuel ha qualcosa di differente che avrebbe potuto limitarlo. E’ sordo dalla nascita. Nonostante le difficoltà, grazie anche alla famiglia che lo ha sostenuto con convinzione essendo padre, madre e sorella anche loro con problemi di udito, consapevoli che lo sport è un modo per imporre le propria personalità, è riuscito a far emergere le proprie qualità tecniche e atletiche, non dimenticando anche l’impegno scolastico. Anzi. Una storia sportiva quella del ragazzo iniziata prestissimo, a tre anni e mezzo addirittura, fino ad arrivare ad un oggi nel quale non manca chi apprezza, non solo in ambito provinciale le sue qualità tecniche (è un giocatore con il senso del gol), ma anche la sua maturità come emerge da una parte significativa del suo lungo racconto di sé.
“Quest’anno ho anche nel calcio del FSSI (federazione sport sordi Italia), sognavo da quando sono nato di giocare con i sordi, insomma è il mio mondo, finalmente quest’anesordito no potevo giocare. Si può giocare dai 15 anni ma l’anno scorso con il lockdown era tutto fermo. Ho giocato a calcio a 5 Under 21 nel Real e Non Solo a Bergamo, non mi sono mai divertito e trovato così tanto ma tanto bene a calcio, riuscivo a capire tutti, c’era un’intesa fantastica, una collettività che non avevo mai visto prima d’ora. Abbiamo vinto il campionato con ben 45 gol fatti e zero subiti, un record della storia della FSSI. Con la società del Real e Non Solo aderiremo alla DCL under 21 (deaf champion league) in ottobre-novembre, a Madrid”.
Quelle che fanno riflettere però sono le considerazioni del ragazzo riguardo lo stimolo che gli ha dato e gli sta dando il calcio per superare il suo problema. “E’ stato ed è tuttora la mia più grande passione, che cresce ad ogni singola occasione. Ogni evento mi arricchisce e mi forma ulteriormente psicologicamente, fisicamente, moralmente e non solo: il calcio per me è vita, socialità e rispetto. Lo sport secondo me è fondamentale per far sì che un soggetto con il mio deficit possa dimostrare che noi Sordi (sottolinea la esse maiuscola – ndr.) non siamo da meno. Ci manca l’udito, ma abbiamo gli altri 4 sensi sviluppati ulteriormente. Messaggio che vorrei mandare a tutti i ragazzi sordi o non, con qualche deficit o meno. Ognuno di noi è speciale perché unico. Credere sempre e comunque, diffidare sempre di chi dice: ma sai, in queste tue condizioni avresti difficoltà o simili… mai perdere la speranza, mai mollare, mai farsi fermare – spesso purtroppo come capita – da chi involontariamente (o magari anche volontariamente) ha voglia di spezzarti le gambe con due parole”.
La scuola che sta frequentando lo sta supportando in maniera concreta come sottolineano Raffaella Rivetti e Maura Tancredi, le insegnanti che hanno coordinato questa giornata spciale, e il dirigente scolastico professor Alfredo Stefanelli, secondo il quale riferendosi al corso di indirizzo sportivo della scuola “è importante la formazione d giovani tecnici del mondo dello sport che abbiano conoscenza anche degli aspetti legati all’economia di questo settore”. E riferendosi all’esperienza di Manuel ha ricordato come lo sport – come viene inteso nella scuola che dirige – “non sia un semplice passatempo (ne ha fatta di strada in generale la scuola su questo aspetto rispetto qualche anno fa ma forse la strada è ancora lunga – ndr.), ma è il primo mezzo di crescita. Uno sport che sia sano e non quello malato di protagonismo, è un’attività educativa d’eccellenza”.