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SIENA. Il “Drappellone”, ambito premio del Palio di Siena, dipinto quest’anno dal pittore di fede musulmana Hassoun, ha suscitato un ampio dibattito.
L’Arcivescovo, monsignor Antonio Buoncristiani (che interverrà ufficialmente sull’argomento soltanto al termine della festa senese) ha sempre ricordato che ciò che è essenziale nella realizzazione del “Palio” è che sia rispettata l’iconografia tradizionale, a garanzia della possibilità per i fedeli di riconoscere la Madonna nell’immagine dipinta. Per questo sarebbe opportuno che l’Arcidiocesi fosse resa partecipe del confronto con l’artista cui è affidata la realizzazione del “drappellone”, dato che esso è premio anche in quanto oggetto di devozione che viene esposto in chiesa e benedetto.
L’opera di Hassoun, ad un rapido sguardo, richiama con immediatezza l’effigie della Madonna di Provenzano e il guerriero sottostante può essere facilmente identificato a San Giorgio che uccide il drago – satana, riallacciandosi al ruolo di Maria quale personaggio chiave nella vittoria sul male. Più problematico è l’inserimento sulla corona della Vergine della Mezzaluna, Simbolo dell’Islam, e della Stella di Davide, effigie dell’Ebraismo. Anche l’inserimento di una citazione del Corano si presta a discussione, in quanto per i musulmani Maria è semplicemente madre di un profeta, e non Madre di Dio.
L’opera di Hassoun è permeata da un profondo afflato religioso, che si richiama a diverse tradizioni. In passate occasioni, ci si è trovati di fronte a “palii” nei quali il senso religioso era pressoché assente, testimoniando piuttosto quella secolarizzazione che svuota simboli e immagini religiose di ogni significato.
Si auspica perciò che la discussione suscitata da questo “drappellone” origini un ripensamento sulle origini, sulla natura e sui valori della Festa del Palio, permettendo di ritornare all’autentica tradizione religiosa cattolica in cui la Festa è nata e si è sviluppata.