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SIENA. E’ di questi ultimi giorni la pubblicazione di un documento del Magistrato delle Contrade con il quale è stato ufficializzato, a conclusione della corrente annata paliesca, l’avvenuto approfondimento su alcuni aspetti che disciplinano la nostra Festa con particolare riguardo sia al Regolamento del Palio, atto questo di diretta emanazione del Comune di Siena, che su talune esclusive competenze attribuite al Consorzio per la Tutela del Palio quali quelle attinenti la produzione, la cessione e la utilizzazione delle immagini filmate di tutto quanto avviene nel Campo.
Sembra quindi molto evidente come il Magistrato delle Contrade abbia voluto assumere una posizione ben precisa non solo nel sottolineare e nel ricordare che “la Festa e la vita delle Contrade si svolgono secondo precise regole scritte e regole di comportamento anche non scritte” cui le Contrade stesse si attengono da sempre in modo naturale, ma nel richiamare altresì la sensibilità di tutti gli attori del Palio (Contrade, dirigenti, contradaioli e fantini) affinché si rifletta e si prenda reale consapevolezza sulla esigenza di agire nel rispetto delle vigenti norme, nonostante l’evoluzione dei tempi e la difficile gestione dei processi di comunicazione sempre più sofisticati.
Se il Magistrato delle Contrade ha ravvisato la necessità di emanare questo importante documento significa allora come non sia più possibile nascondere l’evidente preoccupazione per taluni riprovevoli comportamenti, dovuti forse ad un crescente lassismo caratteristico dei nostri anni, che potrebbero arrecare con il tempo – se non prontamente corretti – pesanti e negativi impatti sulla vita reale delle Contrade, sul normale svolgimento del Palio e, in particolare, su un immeritato dileggio verso l’intera Città.
E’ del tutto naturale che chi ha cuore la tutela di queste nostre secolari tradizioni non può che condividere la presa di posizione assunta dal Magistrato, una presa di posizione che non dovrebbe comunque limitarsi, però, al Regolamento del Palio od alle competenze conferite al Consorzio per la Tutela del Palio, ma l’invocato senso di responsabilità ed il puntuale rispetto delle regole scritte e delle regole di
comportamento non scritte – da osservare tuttavia in modo costante e scrupoloso e non a propria immagine e somiglianza – dovrebbe riguardare, con maggiore ragione e per ovvi motivi etici, anche le disposizioni contenute proprio in quel Rituale Contradaiolo emesso dallo stesso Magistrato delle Contrade.
Contrariamente a quanto avviene infatti nell’attualità per alcuni casi, è bene ad esempio sottolineare non solo che in occasione di significative manifestazioni e ricorrenze tutte le Contrade devono limitarsi ad esporre le proprie bandiere presso le Sedi ed ai soli punti di confine, ma che anche “le bandiere delle Contrade poste agli angoli degli accessi in Piazza del Campo devono essere collocate in maniera tale che le bandiere stesse non affaccino sulla Piazza. Non è consentita, infatti, in nessun caso, l’esposizione o l’apposizione di bandiere, braccialetti, bacheche o quant’altro da parte delle Contrade o di singoli contradaioli nella Piazza del Campo” (cfr. Rituale Contradaiolo – Parte III – Forme di presenza di ciascuna Contrada nei territori di altre Contrade, secondo capoverso punto a. – Esposizione di bandiere).
In attesa di conoscere quali orientamenti vorrà assumere, in stretta collaborazione con il Magistrato delle Contrade, il Comune di Siena in tema di regolamentazione per l’uso di Piazza del Campo, sarebbe altresì auspicabile che la stessa Amministrazione – cui viene fatto diretto riferimento per il Regolamento del Palio – non si limitasse a comminare con obiettività quei provvedimenti disciplinari conseguenti alla violazione delle norme, ma riconsiderasse – tra l’altro – l’opportunità di contenere allo stretto fisiologico il numero delle persone autorizzate a sostare nel Cortile del Podestà e di impedire a coloro che accedono nel palco dei Capitani e dei Giudici in rappresentanza di particolari organismi super partes di indossare ogni segno palesemente distintivo della loro Contrada di appartenenza.
Sembra quindi molto evidente come il Magistrato delle Contrade abbia voluto assumere una posizione ben precisa non solo nel sottolineare e nel ricordare che “la Festa e la vita delle Contrade si svolgono secondo precise regole scritte e regole di comportamento anche non scritte” cui le Contrade stesse si attengono da sempre in modo naturale, ma nel richiamare altresì la sensibilità di tutti gli attori del Palio (Contrade, dirigenti, contradaioli e fantini) affinché si rifletta e si prenda reale consapevolezza sulla esigenza di agire nel rispetto delle vigenti norme, nonostante l’evoluzione dei tempi e la difficile gestione dei processi di comunicazione sempre più sofisticati.
Se il Magistrato delle Contrade ha ravvisato la necessità di emanare questo importante documento significa allora come non sia più possibile nascondere l’evidente preoccupazione per taluni riprovevoli comportamenti, dovuti forse ad un crescente lassismo caratteristico dei nostri anni, che potrebbero arrecare con il tempo – se non prontamente corretti – pesanti e negativi impatti sulla vita reale delle Contrade, sul normale svolgimento del Palio e, in particolare, su un immeritato dileggio verso l’intera Città.
E’ del tutto naturale che chi ha cuore la tutela di queste nostre secolari tradizioni non può che condividere la presa di posizione assunta dal Magistrato, una presa di posizione che non dovrebbe comunque limitarsi, però, al Regolamento del Palio od alle competenze conferite al Consorzio per la Tutela del Palio, ma l’invocato senso di responsabilità ed il puntuale rispetto delle regole scritte e delle regole di
comportamento non scritte – da osservare tuttavia in modo costante e scrupoloso e non a propria immagine e somiglianza – dovrebbe riguardare, con maggiore ragione e per ovvi motivi etici, anche le disposizioni contenute proprio in quel Rituale Contradaiolo emesso dallo stesso Magistrato delle Contrade.
Contrariamente a quanto avviene infatti nell’attualità per alcuni casi, è bene ad esempio sottolineare non solo che in occasione di significative manifestazioni e ricorrenze tutte le Contrade devono limitarsi ad esporre le proprie bandiere presso le Sedi ed ai soli punti di confine, ma che anche “le bandiere delle Contrade poste agli angoli degli accessi in Piazza del Campo devono essere collocate in maniera tale che le bandiere stesse non affaccino sulla Piazza. Non è consentita, infatti, in nessun caso, l’esposizione o l’apposizione di bandiere, braccialetti, bacheche o quant’altro da parte delle Contrade o di singoli contradaioli nella Piazza del Campo” (cfr. Rituale Contradaiolo – Parte III – Forme di presenza di ciascuna Contrada nei territori di altre Contrade, secondo capoverso punto a. – Esposizione di bandiere).
In attesa di conoscere quali orientamenti vorrà assumere, in stretta collaborazione con il Magistrato delle Contrade, il Comune di Siena in tema di regolamentazione per l’uso di Piazza del Campo, sarebbe altresì auspicabile che la stessa Amministrazione – cui viene fatto diretto riferimento per il Regolamento del Palio – non si limitasse a comminare con obiettività quei provvedimenti disciplinari conseguenti alla violazione delle norme, ma riconsiderasse – tra l’altro – l’opportunità di contenere allo stretto fisiologico il numero delle persone autorizzate a sostare nel Cortile del Podestà e di impedire a coloro che accedono nel palco dei Capitani e dei Giudici in rappresentanza di particolari organismi super partes di indossare ogni segno palesemente distintivo della loro Contrada di appartenenza.
Paolo Piochi