di Alfonso Diego Casella
SIENA. “Il cavallo sta mangiando biada all’interno del suo box”, spiega Riccardo, il giovane Barbaresco. Intanto fuori banchettano nel vicolo della Tartuca, alle tre del pomeriggio. Tutto è apparecchiato davanti al portone della stalla. Saranno più o meno una decina gli invitati all’ombra delle bandiere e dei panni stesi alle finestre. Consumano un pranzo frugale, di commiato. Pastasciutta e carne. Un contorno. Si pasteggia col vino rosso naturalmente. Un altro brindisi. A Istriceddu. Al nuovo re del Palio. A Istriceddu che se ne va: destinazione Montalbuccio.
L’icona in carne e ossa della Carriera di agosto si accinge finalmente a traslocare: dalla stalla di Contrada alla sua scuderia. Ieri ha fatto il rituale giro della città con i suoi zoccoli dipinti d'oro. Addosso gli avevano scritto il numero delle vittorie accumulate finora dalla Tartuca – cifra rigorosamente in giallo e blu. “Era tutto sistemato a festa”, dichiara con aria gioviale il Barbaresco.
È un primo pomeriggio di calura. Il sole picchia sul lastricato. C’è troppa aria di festa nei paraggi. Puoi respirarla nei vicoli tra una salita e una discesa. Eccolo qua, Istriceddu, il campione a quattro zampe che ha messo in subbuglio la città. Che ha fatto letteralmente impazzire la piazza. E che ora si defila così: nel più discreto dei silenzi. Da perfetto anonimo. Fuori dai riflettori. Senza alcun clamore. Più o meno come è arrivato: dentro un camion noleggiato e con sopra scritto Trailers. Trasporto animali da corsa.
I più accaniti lo baciano mentre esce dalla porta scorrevole del box. Odore di stallatico. I display dei cellulari si riempiono di foto che immortalano qualche fortunato contradaiolo che riesce ad accostarsi al suo beniamino. La porta della stalla si spalanca. Entra più luce. Il camion è arrivato – avvertono i ragazzi – sta aspettando giù a Sant’Agostino.
A questo punto Istriceddu s’incammina a passo lento, non c’è niente di trionfale a questo giro. È sempre il barbaresco Riccardo a condurlo docilmente fino alla pedana del camion, attraversando la parte finale di via San Pietro.
Negli ultimi giorni ha dormito e mangiato assieme a lui, accudendolo quasi come un bambino: dagli impacchi di camomilla agli occhi – perché li aveva irritati – fino alle caramelle di cui Istriceddu va matto.
Ne avvertirà il distacco? “Non lo so. Un po’ sì – risponde incerto il Barbaresco -. Alla fin fine, l’importante è che il cavallo arrivi sano e a posto”. “Comunque – tiene ancora a precisare il giovane – è un distacco momentaneo, tanto a ottobre ritorna per la cena della vittoria e per la sfilata”.
L’autista nel frattempo lo blocca all’interno. Istriceddu nitrisce. Forse saluta la città.
Ma un lungo e meritato riposo non può che fargli bene. A quanto pare gli concederanno un lungo periodo di ferie prima di riprendere gli allenamenti.
“È questo il privilegio quando sei un cavallo da Palio: non hai altre corse da fare”, conclude il barbaresco.
SIENA. “Il cavallo sta mangiando biada all’interno del suo box”, spiega Riccardo, il giovane Barbaresco. Intanto fuori banchettano nel vicolo della Tartuca, alle tre del pomeriggio. Tutto è apparecchiato davanti al portone della stalla. Saranno più o meno una decina gli invitati all’ombra delle bandiere e dei panni stesi alle finestre. Consumano un pranzo frugale, di commiato. Pastasciutta e carne. Un contorno. Si pasteggia col vino rosso naturalmente. Un altro brindisi. A Istriceddu. Al nuovo re del Palio. A Istriceddu che se ne va: destinazione Montalbuccio.
L’icona in carne e ossa della Carriera di agosto si accinge finalmente a traslocare: dalla stalla di Contrada alla sua scuderia. Ieri ha fatto il rituale giro della città con i suoi zoccoli dipinti d'oro. Addosso gli avevano scritto il numero delle vittorie accumulate finora dalla Tartuca – cifra rigorosamente in giallo e blu. “Era tutto sistemato a festa”, dichiara con aria gioviale il Barbaresco.
È un primo pomeriggio di calura. Il sole picchia sul lastricato. C’è troppa aria di festa nei paraggi. Puoi respirarla nei vicoli tra una salita e una discesa. Eccolo qua, Istriceddu, il campione a quattro zampe che ha messo in subbuglio la città. Che ha fatto letteralmente impazzire la piazza. E che ora si defila così: nel più discreto dei silenzi. Da perfetto anonimo. Fuori dai riflettori. Senza alcun clamore. Più o meno come è arrivato: dentro un camion noleggiato e con sopra scritto Trailers. Trasporto animali da corsa.
I più accaniti lo baciano mentre esce dalla porta scorrevole del box. Odore di stallatico. I display dei cellulari si riempiono di foto che immortalano qualche fortunato contradaiolo che riesce ad accostarsi al suo beniamino. La porta della stalla si spalanca. Entra più luce. Il camion è arrivato – avvertono i ragazzi – sta aspettando giù a Sant’Agostino.
A questo punto Istriceddu s’incammina a passo lento, non c’è niente di trionfale a questo giro. È sempre il barbaresco Riccardo a condurlo docilmente fino alla pedana del camion, attraversando la parte finale di via San Pietro.
Negli ultimi giorni ha dormito e mangiato assieme a lui, accudendolo quasi come un bambino: dagli impacchi di camomilla agli occhi – perché li aveva irritati – fino alle caramelle di cui Istriceddu va matto.
Ne avvertirà il distacco? “Non lo so. Un po’ sì – risponde incerto il Barbaresco -. Alla fin fine, l’importante è che il cavallo arrivi sano e a posto”. “Comunque – tiene ancora a precisare il giovane – è un distacco momentaneo, tanto a ottobre ritorna per la cena della vittoria e per la sfilata”.
L’autista nel frattempo lo blocca all’interno. Istriceddu nitrisce. Forse saluta la città.
Ma un lungo e meritato riposo non può che fargli bene. A quanto pare gli concederanno un lungo periodo di ferie prima di riprendere gli allenamenti.
“È questo il privilegio quando sei un cavallo da Palio: non hai altre corse da fare”, conclude il barbaresco.
Clicca qui per vedere le foto di Stefano Cairola