di Augusto Mattioli
SIENA. Potrebbe non essere scontato il sì delle contrade al Palio straordinario per ricordare i settecento anni del Costituto del Comune di Siena.
“Tre corse, ma chi paga?”. si chiede con una brusca battuta il priore di una contrada. Già, ma i soldi ci sono? Una domanda che oggi, con l'attuale situazione finanziaria mondiale, è più che lecita. Anche a Siena, che certo non è un’isola felice lontana dalle bufere finanziarie. Le contrade – che sono associazioni che vivono la realtà di ogni giorno – non potranno non tenerne conto. Non sono pochi i contradaioli che si stanno chiedendo se il gioco del Palio sia in generale troppo costoso. Non solo in caso di vittoria, ma anche nella gestione normale di una corsa.
Ed ecco che allora tra i senesi, senza distinzione di rione, affiorano dubbi sull’opportunità – in questo momento – di correre un terzo Palio. Indipendentemente dagli interessi particolari delle singole contrade. Ovvio che chi non vince da molto tempo possa rispondere in maniera affermativa. E altrettanto prevedibile che c’è chi dirà di no, magari avendo vinto di recente, per non favorire l’avversaria. Però questa volta nella decisione dei singoli contradaioli chiamati a votare, potrebbe entrare anche la forte crisi economica che il mondo occidentale sta attraversando.
“Certo – sottolinea Roberto Barzanti, ex sindaco di Siena e profondo conoscitore dei meccanismi del Palio di Siena – che anche nella nostra manifestazione potrebbero esserci effetti indotti da questa grande crisi. Per questo penso che decidere un altro palio oggi sarebbe una decisione coraggiosa”.
Ed è possibile che nelle assemblee delle contrade che dovranno decidere, possano scontrarsi i vari modi di intendere oggi la festa. Per alcuni oggi è la corsa l’asse portante di questo mondo. Per cui, una contrada più partecipa e meglio è. Tanto i soldi comunque si trovano sempre, grazie alla passione dei singoli contradaioli. Una valutazione che può scricchiolare appunto a causa della crisi. Altri invece, più legati alla tradizioni pensano che, sì, il palio è importante, ma occorre anche rivalutare il ruolo, peraltro sempre più debole e di secondo piano, della contrada come momento di vita comune. Per cui se non si corre un palio non è un dramma.
Purtroppo con la crisi del rione come punto di riferimento della contrada, l’aspetto comunitario della contrada si è andato via via perdendo. E questo non lo dicono solo i contradaioli più vecchi, legati a riti e realtà passati, ma anche i senesi più giovani, che sentono l’inadeguatezza dell’attuale ente contrada. Un ente che non riesce più a tenere uniti i contradaioli sempre più divisi in quelle che si potrebbero definire delle "correnti". Basti pensare al tasso di litigiosità che si avverte oggi nei vari rioni. E che raggiunge picchi fino a poco tempo fa inimmaginabili.
SIENA. Potrebbe non essere scontato il sì delle contrade al Palio straordinario per ricordare i settecento anni del Costituto del Comune di Siena.
“Tre corse, ma chi paga?”. si chiede con una brusca battuta il priore di una contrada. Già, ma i soldi ci sono? Una domanda che oggi, con l'attuale situazione finanziaria mondiale, è più che lecita. Anche a Siena, che certo non è un’isola felice lontana dalle bufere finanziarie. Le contrade – che sono associazioni che vivono la realtà di ogni giorno – non potranno non tenerne conto. Non sono pochi i contradaioli che si stanno chiedendo se il gioco del Palio sia in generale troppo costoso. Non solo in caso di vittoria, ma anche nella gestione normale di una corsa.
Ed ecco che allora tra i senesi, senza distinzione di rione, affiorano dubbi sull’opportunità – in questo momento – di correre un terzo Palio. Indipendentemente dagli interessi particolari delle singole contrade. Ovvio che chi non vince da molto tempo possa rispondere in maniera affermativa. E altrettanto prevedibile che c’è chi dirà di no, magari avendo vinto di recente, per non favorire l’avversaria. Però questa volta nella decisione dei singoli contradaioli chiamati a votare, potrebbe entrare anche la forte crisi economica che il mondo occidentale sta attraversando.
“Certo – sottolinea Roberto Barzanti, ex sindaco di Siena e profondo conoscitore dei meccanismi del Palio di Siena – che anche nella nostra manifestazione potrebbero esserci effetti indotti da questa grande crisi. Per questo penso che decidere un altro palio oggi sarebbe una decisione coraggiosa”.
Ed è possibile che nelle assemblee delle contrade che dovranno decidere, possano scontrarsi i vari modi di intendere oggi la festa. Per alcuni oggi è la corsa l’asse portante di questo mondo. Per cui, una contrada più partecipa e meglio è. Tanto i soldi comunque si trovano sempre, grazie alla passione dei singoli contradaioli. Una valutazione che può scricchiolare appunto a causa della crisi. Altri invece, più legati alla tradizioni pensano che, sì, il palio è importante, ma occorre anche rivalutare il ruolo, peraltro sempre più debole e di secondo piano, della contrada come momento di vita comune. Per cui se non si corre un palio non è un dramma.
Purtroppo con la crisi del rione come punto di riferimento della contrada, l’aspetto comunitario della contrada si è andato via via perdendo. E questo non lo dicono solo i contradaioli più vecchi, legati a riti e realtà passati, ma anche i senesi più giovani, che sentono l’inadeguatezza dell’attuale ente contrada. Un ente che non riesce più a tenere uniti i contradaioli sempre più divisi in quelle che si potrebbero definire delle "correnti". Basti pensare al tasso di litigiosità che si avverte oggi nei vari rioni. E che raggiunge picchi fino a poco tempo fa inimmaginabili.