La mostra è organizzata da Museo d'Inverno
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SIENA. Museo d’Inverno è lieto di presentare la mostra electronicOrphanage@siena, rivolgendo l’invito all’artista Miltos Manetas. Opening sabato 28 maggio 2016, dalle ore 16 – 29 maggio / 26 giugno / solo su appuntamento
ElectronicOrphanage è una collezione di opere internet-based, ma nasce nel 2001 come spazio di sperimentazione su videogiochi e web. Un vecchio negozio cinese con vetrina, sulla strada pedonale Chung King Road (nella Chinatown di Los Angeles), veniva utilizzato come un grande monitor di computer in cui venivano proposte opere ed interventi relativi al mondo web e Neen (corrente artistica fondata da Manetas nel 2000). Negli anni seguenti, alcune di queste opere sono state acquistate da Manetas e oggi costituiscono una collezione unica al mondo.
La natura digitale di questa collezione, (ospitata in Italia per la seconda volta; la prima è stata al MACRO di Roma nel 2011/2012), fruibile da un qualsiasi dispositivo munito di connessione internet, renderebbe superfluo lo spostamento dei visitatori in uno spazio fisico museale ed è per questo che Manetas ha ideato per Siena uno specifico allestimento volto a sottolineare alcuni aspetti vagamente storiografici e di ricostruzione dei fatti, inserendovi presenze documentative che raccontano la storia di electronicOrphanage e della corrente artistica Neen. Per l’occasione sarà anche attivata una collaborazione con Radiopapesse per diffondere una selezione ragionata di materiale sonoro curato e prodotto da Miltos Manetas, dando valore così alla tradizione orale intesa come momento visionario della conoscenza.
Museo d’Inverno ha ampliato i suoi spazi dotandosi di una project room virtuale in realtà aumentata realizzata da Lo/Studio35, di cui Manetas ne curerà la programmazione futura; per questa prima occasione ha invitato ad esporvi l’artista svizzera Nora Renaud per la quale ha scritto un testo che sarà presente in mostra.
Museo d’Inverno è un progetto ideato e diretto dagli artisti Francesco Carone ed Eugenia Vanni per indagare e approfondire momenti di storia dell’arte contemporanea (talvolta sconosciuti) e mettere in evidenza le relazioni, le amicizie e le collaborazioni attraverso le opere appartenenti alle collezioni personali degli artisti invitati.
Il museo, situato sopra Fonte Nuova, esiste anche grazie alla lungimiranza della Contrada della Lupa.