di Augusto Mattioli
SIENA. “Certo che c’è bisogno di discutere del palio! E giusto dibattere dei problemi che emergono, con fiducia. Ma il mio parere è che le contrade non sono sull’orlo di una vera crisi”. All’indomani dell’incontro che si è svolto nella Selva, Roberto Martinelli, rettore del magistrato delle contrade, guarda positivamente al mondo attuale del palio, che oggi però è particolarmente inquieto e preoccupato. Basti vedere le lotte interne che si svolgono in occasione del rinnovo delle cariche di contrada. Soprattutto per quanto riguarda quelle più ambite, come capitano e anche priore.
“Le contrade – ripete – non sono sull’orlo di una vera crisi. Ci sono certamente problemi di crescita. C’è chi vede un pericolo nel numero elevato dei contradaioli. Ma occorre che le contrade si organizzino e prendano atto di questa realtà”.
Contradaioli che non frequentano la contrada troppo spesso ma che si fanno vedere magari solo nei giorni del palio. “Ma io credo – dice Martinelli – che non si debba guardare in maniera dubitativa chi viene poco in contrada”. Del resto le contrade non sono state con le mani in mano per salvare la propria presenza nel loro territorio di riferimento. “Per esempio – fa presente Martinelli- grazie alla legge speciale per Siena , hanno recuperato spazi abitativi. Dando un esempio concreto ai privati”. Non manca Martinelli di rivolgere qualche osservazione critica a chi mitizza i vecchi tempi. “Direi di non farlo troppo. Ai vecchi tempi le contrade erano bislacche.- Certo c’era solidarietà tra i contradaioli. Ma era una solidarietà di chi non aveva mezzi. Una solidarietà dei poveri. E poi andare in Abruzzo o donare sangue non è comunque solidarietà?”.
In ogni caso la discussione è aperta e c’è solo da sperare che continui ancora per arrivare a capire quale ruolo debbano avere le contrade, al di là della festa del Palio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SIENA. “Certo che c’è bisogno di discutere del palio! E giusto dibattere dei problemi che emergono, con fiducia. Ma il mio parere è che le contrade non sono sull’orlo di una vera crisi”. All’indomani dell’incontro che si è svolto nella Selva, Roberto Martinelli, rettore del magistrato delle contrade, guarda positivamente al mondo attuale del palio, che oggi però è particolarmente inquieto e preoccupato. Basti vedere le lotte interne che si svolgono in occasione del rinnovo delle cariche di contrada. Soprattutto per quanto riguarda quelle più ambite, come capitano e anche priore.
“Le contrade – ripete – non sono sull’orlo di una vera crisi. Ci sono certamente problemi di crescita. C’è chi vede un pericolo nel numero elevato dei contradaioli. Ma occorre che le contrade si organizzino e prendano atto di questa realtà”.
Contradaioli che non frequentano la contrada troppo spesso ma che si fanno vedere magari solo nei giorni del palio. “Ma io credo – dice Martinelli – che non si debba guardare in maniera dubitativa chi viene poco in contrada”. Del resto le contrade non sono state con le mani in mano per salvare la propria presenza nel loro territorio di riferimento. “Per esempio – fa presente Martinelli- grazie alla legge speciale per Siena , hanno recuperato spazi abitativi. Dando un esempio concreto ai privati”. Non manca Martinelli di rivolgere qualche osservazione critica a chi mitizza i vecchi tempi. “Direi di non farlo troppo. Ai vecchi tempi le contrade erano bislacche.- Certo c’era solidarietà tra i contradaioli. Ma era una solidarietà di chi non aveva mezzi. Una solidarietà dei poveri. E poi andare in Abruzzo o donare sangue non è comunque solidarietà?”.
In ogni caso la discussione è aperta e c’è solo da sperare che continui ancora per arrivare a capire quale ruolo debbano avere le contrade, al di là della festa del Palio.
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