di Antonio Gigli
SIENA. “Il Palio di Siena è la manifestazione più famosa (…), La violenza sugli animali lede l’immagine dell’Italia”. Nel pieno della stagione turistica, ecco il ministro, ops la ministra, del turismo, Michela Brambilla, che tuona contro il Palio di Siena e contro tutte le manifestazioni che usano animali nel nostro paese. Ci sarebbe da ridere se non fosse che il Palio, per noi senesi, è una cosa seria. Da ridere, sì, perché le affermazioni della ministra sono innanzitutto frutto di una ignoranza colossale su come si la nostra Festa, sui suoi valori storici e sociali, ma anche sulle sue regole che, ormai da anni, hanno fatto si che i cavalli che corrono in Piazza siano più tutelati di altri quadrupedi che calcano gli ippodromi cosiddetti “regolari”. Di fronte a certe superficiali e anche offensive (bene ha fatto il Sindaco a minacciare querele) affermazioni è difficile ribattere, non perché manchino gli argomenti, ma perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. La signora Brambilla, tra l'altro, non conosce nemmeno gli atti del suo governo, visto che la sottosegretari a Martini ha regolarizzato certe manifestazioni, prendendo spunto proprio dalle regole del nostro palio.
Gli attacchi al Palio, soprattutto nella stagione estiva, non sono mai mancati, ma da un esponente del governo è una novità assoluta. Paura per il futuro? No, perché la storia secolare del Palio ha gli anticorpi giusti per reggere anche a speculazioni politiche discutibili ed a affermazioni ignoranti e gratuite. Certo è, però, che i nostri organismi devono muoversi per tempo. Il Sindaco lo ha già fatto, ma anche il magistrato ed il Consorzio per Tutela del Palio (il nome dice tutto), devono farsi vivi, almeno per il rispetto verso i contradaioli stessi. Proprio noi, i contradaioli, dobbiamo stare all'erta e magari invitare i nostri rappresentanti a ridiscutere diverse cose in merito all'immagine del Palio, prima tra tutte la diretta tv. Non abbiamo nulla da nascondere, si dice per giustificare la diretta tv, ma nemmeno dobbiamo per forza di cose farle vedere per forza a chi non apprezza, a chi non vuol capire e guarda solo all'aspetto coreografico. É ora di ritrovare l'orgoglio forse in parte perso per garantire il futuro alla nostra Festa, senza paura di nasconderci e rinchiuderci. Chi vive la contrada tutto l'anno sa bene che sono in tanti i contradaioli extra-moenia che si sono integrati nella vita contradaiola, avendo capito, apprezzato e condiviso i nostri valori.
Tutto il resto è noia e chiacchiere al vento, come quella della ministra, ex-vamp televisiva…
SIENA. “Il Palio di Siena è la manifestazione più famosa (…), La violenza sugli animali lede l’immagine dell’Italia”. Nel pieno della stagione turistica, ecco il ministro, ops la ministra, del turismo, Michela Brambilla, che tuona contro il Palio di Siena e contro tutte le manifestazioni che usano animali nel nostro paese. Ci sarebbe da ridere se non fosse che il Palio, per noi senesi, è una cosa seria. Da ridere, sì, perché le affermazioni della ministra sono innanzitutto frutto di una ignoranza colossale su come si la nostra Festa, sui suoi valori storici e sociali, ma anche sulle sue regole che, ormai da anni, hanno fatto si che i cavalli che corrono in Piazza siano più tutelati di altri quadrupedi che calcano gli ippodromi cosiddetti “regolari”. Di fronte a certe superficiali e anche offensive (bene ha fatto il Sindaco a minacciare querele) affermazioni è difficile ribattere, non perché manchino gli argomenti, ma perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. La signora Brambilla, tra l'altro, non conosce nemmeno gli atti del suo governo, visto che la sottosegretari a Martini ha regolarizzato certe manifestazioni, prendendo spunto proprio dalle regole del nostro palio.
Gli attacchi al Palio, soprattutto nella stagione estiva, non sono mai mancati, ma da un esponente del governo è una novità assoluta. Paura per il futuro? No, perché la storia secolare del Palio ha gli anticorpi giusti per reggere anche a speculazioni politiche discutibili ed a affermazioni ignoranti e gratuite. Certo è, però, che i nostri organismi devono muoversi per tempo. Il Sindaco lo ha già fatto, ma anche il magistrato ed il Consorzio per Tutela del Palio (il nome dice tutto), devono farsi vivi, almeno per il rispetto verso i contradaioli stessi. Proprio noi, i contradaioli, dobbiamo stare all'erta e magari invitare i nostri rappresentanti a ridiscutere diverse cose in merito all'immagine del Palio, prima tra tutte la diretta tv. Non abbiamo nulla da nascondere, si dice per giustificare la diretta tv, ma nemmeno dobbiamo per forza di cose farle vedere per forza a chi non apprezza, a chi non vuol capire e guarda solo all'aspetto coreografico. É ora di ritrovare l'orgoglio forse in parte perso per garantire il futuro alla nostra Festa, senza paura di nasconderci e rinchiuderci. Chi vive la contrada tutto l'anno sa bene che sono in tanti i contradaioli extra-moenia che si sono integrati nella vita contradaiola, avendo capito, apprezzato e condiviso i nostri valori.
Tutto il resto è noia e chiacchiere al vento, come quella della ministra, ex-vamp televisiva…