Ci poteva essere, magari, un po' di approfondimento su Mario Luzi

SIENA. Liscia, senza macchia, routinaria. La carriera dell’Assunta vista in Rai ricorda un po’ quei ritrovi tra conoscenti di vecchia data, che evitano di raccontarsi certe cose date per scontate, ma che attendono la fine della rimpatriata senza particolare pathos.
Su Raidue il collegamento da piazza del Campo, affidato a Maurizio Bianchini e Susanna Petruni, si alterna a filmati realizzati nei giorni precedenti dallo stesso Bianchini: con lui l’ex-priore e rettore del Magistrato Roberto Martinelli a spiegare il valore della Contrada che “viene prima del Palio”, il Brandini proprietario di Oppio e l’idillio della sua scuderia dov’è sepolto anche Quarnero, Mauro Barni e il ricordo dei cronisti palieschi che furono, da Gigli a Frajese. E poi il ‘cencio’, spiegato nella sua genesi dal sindaco e dal pittore Dimitrov. Negli intermezzi pubblicitari c’è spazio pure per lo spot di un film (Dragon theatre 2) che recita “dopo le emozioni del palio di Siena, volate al cinema”.
Tornando in diretta dalle trifore di palazzo Sansedoni, i due conduttori alternano le testimonianze di Cristina Ferri e di Paolo Ermini sul proprio modo di essere contradaioli. Sbavature zero: Bianchini è puntuale nell’inserire pillole di storia dove ben stanno (quanti ricordano che la sbandierata finale è anche detta ‘della vittoria’, introdotta dopo la fine della grande guerra?), e l’anchorwoman romana non va mai fuori dai binari, a dispetto del timore che lei stessa confessa in diretta.
La cronaca dell’attesa però sa un po’ troppo di inganna-tempo: i ‘secondo voi’ della Petruni chiamano eccessivamente in causa i pareri degli altri su segni premonitori del cencio e potenzialità dei cavalli. Una chiacchera da bar magari in linea con l’easylistening del pomeriggio di Raidue, ma che ai fini di ricreare al mondo cos’è il Palio potrebbe trovar di meglio, magari un minimo approfondimento su Mario Luzi e il suo vissuto a Siena, appena menzionato in riferimento al drappellone. Beninteso: a criticare siam tutti bravi, e poi al contradaiolo a distanza va pur bene così, l’importante è riuscire a vedere la corsa. Per gli altri che scelgono la Rai probabilmente… anche. Ma da qui al 2019 magari, c’è spazio….
Su Raidue il collegamento da piazza del Campo, affidato a Maurizio Bianchini e Susanna Petruni, si alterna a filmati realizzati nei giorni precedenti dallo stesso Bianchini: con lui l’ex-priore e rettore del Magistrato Roberto Martinelli a spiegare il valore della Contrada che “viene prima del Palio”, il Brandini proprietario di Oppio e l’idillio della sua scuderia dov’è sepolto anche Quarnero, Mauro Barni e il ricordo dei cronisti palieschi che furono, da Gigli a Frajese. E poi il ‘cencio’, spiegato nella sua genesi dal sindaco e dal pittore Dimitrov. Negli intermezzi pubblicitari c’è spazio pure per lo spot di un film (Dragon theatre 2) che recita “dopo le emozioni del palio di Siena, volate al cinema”.
Tornando in diretta dalle trifore di palazzo Sansedoni, i due conduttori alternano le testimonianze di Cristina Ferri e di Paolo Ermini sul proprio modo di essere contradaioli. Sbavature zero: Bianchini è puntuale nell’inserire pillole di storia dove ben stanno (quanti ricordano che la sbandierata finale è anche detta ‘della vittoria’, introdotta dopo la fine della grande guerra?), e l’anchorwoman romana non va mai fuori dai binari, a dispetto del timore che lei stessa confessa in diretta.
La cronaca dell’attesa però sa un po’ troppo di inganna-tempo: i ‘secondo voi’ della Petruni chiamano eccessivamente in causa i pareri degli altri su segni premonitori del cencio e potenzialità dei cavalli. Una chiacchera da bar magari in linea con l’easylistening del pomeriggio di Raidue, ma che ai fini di ricreare al mondo cos’è il Palio potrebbe trovar di meglio, magari un minimo approfondimento su Mario Luzi e il suo vissuto a Siena, appena menzionato in riferimento al drappellone. Beninteso: a criticare siam tutti bravi, e poi al contradaiolo a distanza va pur bene così, l’importante è riuscire a vedere la corsa. Per gli altri che scelgono la Rai probabilmente… anche. Ma da qui al 2019 magari, c’è spazio….
Massimo Sollazzini