di Lisca
SIENA. Serata fresca e ventosa, gli alfieri stentano a S.Martino a tenere la bandiera in mano. La notizia della morte dell’ospite francese alla cena della Civetta colpito da una pietra caduta da un palazzo di piazza Tolomei ha fatto il giro del mondo e ce la rimbalzano da un telegiornale, radiogiornale, all’altro in tutte le reti.
Inchieste promosse dalla magistratura porteranno alla luce cause e circostanze. Confermata l’assenza della contrada della Giraffa per infortunio al cavallo Guschione e stasera correranno in nove.
La città è commossa e costernata ma lo spettacolo deve continuare. E puntuale al suono del campanone le comparse iniziano il corteo storico. Traspare un diffuso senso di disagio per l’accaduto, manca un po’ di gioia in più, che scoppia all’ingresso del Carroccio in campo col drappellone del maestro Fortunato a troneggiare agli occhi dei presenti e riaccendere sogni e speranze.
La busta al mossiere: Tartuca, Selva, Drago, Montone, Onda, Civetta, Oca, Nicchio e Bruco di rincorsa. E comincia l’avventura del fuori/dentro addirittura sei volte, con Nicchio e Montone impegnati in siparietti di duelli prima verbali, poi col cavallo e alla fine a gomitate col nerbo alzato finché il Bruco entra di volo. Va via il Drago, Tartuca, Onda, Selva, Civetta, al primo S.Martino la Tartuca va in testa e mantiene la posizione, al secondo S.Martino Tartuca, Civetta, Drago e via gli altri dietro la corsa trionfale della Tartuca che vince questo travagliatissimo palio di mezzagosto, fra la gioia dei contradaioli e degli alleati nel tripudio delle bandiere a festeggiare la meritatissima vittoria. Un grosso peso levato dal cuore e dallo stomaco.
Caro Silvio Gigli grande tartuchino avevi ragione: Siena trionfa sempre immortale.