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di Lisca
SIENA. La gioia dei contradaioli che hanno avuto in sorte il cavallo “bòno” non diminuisce, anche se sale l’ansia della prova vera. Va bene la storia del cavallo vincente, le corse in provincia o chissà dove. Qui stasera si pigliano le misure della valentia del barbero. Le voci delle monte sono disparate, salvo quelle cosiddette fisse: il fantino in casa è sempre una certezza, anche se commisurata alla forza del barbero.
Comunque, ora siamo qui e si guarda. Monte confermate, nell’Aquila sembrava montasse Sgaibarre, invece c’è l’esordiente Federico Viani. Tanta gente, la piazza è piena, cittini nel palco delle comparse sventolano i fazzoletti, le citte della Torre cantano e saltano. Il Drappellone viene issato alla colonna con la lupa, le mie personali perplessità rimangono. Cori a rispetto e braccia alzate.
Ore 19,45, ragazza con bandiera bianca, mortaletto, tamburo e i cavalli escono sul tufo. Tondino, entrano fra i canapi Giraffa con Lampante e Vittorio, Torre con Leo Lui e il Siri, Leocorno con Giostreddu e Gingillo, Nicchio con Istriceddu e Trecciolino, Bruco con Elimia e lo Zedde, Selva con Fedora Saura e Voglia, Aquila con Gammede e il già ciutato Federico Viani, Onda su Giove Deus e Scompiglio, Istrice con Elfo di Montalvo e Tremendo, e il Drago di rincorsa con Insomma e Girolamo. Poco da dire, un po’ di maretta con la Selva un po’ irrequieta,
qualche problemino di adattamento e il mossiere dà la via. Schizzano Giraffa, Torre, e Nicchio, al primo S.Martino Nicchio, Selva, resiste il gruppetto di testa, al secondo San Martino Selva, Nicchio rallenta, Istrice, Aquila, poi al terzo S.Martino ancora Selva, il Nicchio rimonta e vince la prova. Una bella sgambata che dà qualche indicazione in più, ma niente che già non si sa. Siamo solo all’inizio, il resto seguirà. A domattina.
SIENA. La gioia dei contradaioli che hanno avuto in sorte il cavallo “bòno” non diminuisce, anche se sale l’ansia della prova vera. Va bene la storia del cavallo vincente, le corse in provincia o chissà dove. Qui stasera si pigliano le misure della valentia del barbero. Le voci delle monte sono disparate, salvo quelle cosiddette fisse: il fantino in casa è sempre una certezza, anche se commisurata alla forza del barbero.
Comunque, ora siamo qui e si guarda. Monte confermate, nell’Aquila sembrava montasse Sgaibarre, invece c’è l’esordiente Federico Viani. Tanta gente, la piazza è piena, cittini nel palco delle comparse sventolano i fazzoletti, le citte della Torre cantano e saltano. Il Drappellone viene issato alla colonna con la lupa, le mie personali perplessità rimangono. Cori a rispetto e braccia alzate.
Ore 19,45, ragazza con bandiera bianca, mortaletto, tamburo e i cavalli escono sul tufo. Tondino, entrano fra i canapi Giraffa con Lampante e Vittorio, Torre con Leo Lui e il Siri, Leocorno con Giostreddu e Gingillo, Nicchio con Istriceddu e Trecciolino, Bruco con Elimia e lo Zedde, Selva con Fedora Saura e Voglia, Aquila con Gammede e il già ciutato Federico Viani, Onda su Giove Deus e Scompiglio, Istrice con Elfo di Montalvo e Tremendo, e il Drago di rincorsa con Insomma e Girolamo. Poco da dire, un po’ di maretta con la Selva un po’ irrequieta,
qualche problemino di adattamento e il mossiere dà la via. Schizzano Giraffa, Torre, e Nicchio, al primo S.Martino Nicchio, Selva, resiste il gruppetto di testa, al secondo San Martino Selva, Nicchio rallenta, Istrice, Aquila, poi al terzo S.Martino ancora Selva, il Nicchio rimonta e vince la prova. Una bella sgambata che dà qualche indicazione in più, ma niente che già non si sa. Siamo solo all’inizio, il resto seguirà. A domattina.
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