di Lisca
SIENA. Piove e ripiove, tufo pantenna, bandiera verde e prova annullata. Già stamani, anzi da ieri, l’ossi, tutti l’ossi, cigolavano protestavano e dolevano alla boia,
nonostante cerotti medicati, pasticche e, ohi ohi, punturoni antereumatici. Tutto questo aveva smorzato la speranziella di sgabellarsi l’acquata e scongiurare il peggio. Ora, sono le 18,30, bubbola alla lontana con certi schianti vicini vicini e il vento che
straccia e ammassa le nuvole nere. Si sta in casa e si spera in qualcosa di interessante dalle 96 ore di Palio. Un po’ di bizze dell’audio in un revival (si dice
“rivaivol” per chi non se ne intende) di rivisitazione di carriere antiche impresse su
pellicole rigate e tremule. Cavalli piccini picciò che vanno accelerati come il vento e
ripresi dalla torre di palazzo Sansedoni, mentre quattro grandi Senesi, il Toti, il
Falassi, il Civai e il Catoni, davanti a una tavola apparecchiata, rispondono a un Franco Masoni in gran forma. Pensieri, opinioni, pronostici sulla città che cambia. “Come la Messa, che prima si diceva in un modo e ora in un altro”. Gestire il cambiamento appare arduo e difficile, per non scostarsi troppo dal solco della cultura e tradizione della città, pur rinnovando “ con juicio” il trascorre inevitabile del tempo. Intanto, in un riquadro si vede la pista impantennata, con sopra dei tavoloni per non affondare: par d’essere all’acqua alta a Venezia. Inevitabile il confronto di nomi di cavalli tipo Folco, Topolone con questi d’ora, pieni di “ipsilon”e di “acche”. Mah. Speriamo nel cielo dei senesi, mentre un fulminaccio e un boato fanno battere le palpebre e stringere un po’ il cuore.
Domani è un altro giorno. Speriamo.
nonostante cerotti medicati, pasticche e, ohi ohi, punturoni antereumatici. Tutto questo aveva smorzato la speranziella di sgabellarsi l’acquata e scongiurare il peggio. Ora, sono le 18,30, bubbola alla lontana con certi schianti vicini vicini e il vento che
straccia e ammassa le nuvole nere. Si sta in casa e si spera in qualcosa di interessante dalle 96 ore di Palio. Un po’ di bizze dell’audio in un revival (si dice
“rivaivol” per chi non se ne intende) di rivisitazione di carriere antiche impresse su
pellicole rigate e tremule. Cavalli piccini picciò che vanno accelerati come il vento e
ripresi dalla torre di palazzo Sansedoni, mentre quattro grandi Senesi, il Toti, il
Falassi, il Civai e il Catoni, davanti a una tavola apparecchiata, rispondono a un Franco Masoni in gran forma. Pensieri, opinioni, pronostici sulla città che cambia. “Come la Messa, che prima si diceva in un modo e ora in un altro”. Gestire il cambiamento appare arduo e difficile, per non scostarsi troppo dal solco della cultura e tradizione della città, pur rinnovando “ con juicio” il trascorre inevitabile del tempo. Intanto, in un riquadro si vede la pista impantennata, con sopra dei tavoloni per non affondare: par d’essere all’acqua alta a Venezia. Inevitabile il confronto di nomi di cavalli tipo Folco, Topolone con questi d’ora, pieni di “ipsilon”e di “acche”. Mah. Speriamo nel cielo dei senesi, mentre un fulminaccio e un boato fanno battere le palpebre e stringere un po’ il cuore.
Domani è un altro giorno. Speriamo.