di Lisca
SIENA – Può il fine giustificare i mezzi? Se valeva per messer Machiavelli non so fino a quando valga per il Palio. Valeva la pena una mossa di 75 minuti, quando non si sono mai visti fra i canapi cavalli così calmi e tranquilli? Delle due mosse non valide, la prima poteva anche andare. Non so e non voglio sapere perché Istrice e Chiocciola si sono combattute per il posto dall’inizio alle fine. Mentre la Tartuca stava immobile come una statua.
Vanno bene (anzi, male) le scaramucce fra le rivali quanto l’Istrice si defilava, ma la calma ha premiato la Tartuca, concentrata su quanto doveva fare, e ha fatto.
Ma la permanenza fra i canapi oltre misura lascia il segno, ogni tanto qualcuno si fa male. Che è successo al cavallo dell’Onda, che s’è fermato al primo giro? E poi a Elisir? Anche se nessuno dei due ha riportato danni, Insomma è tornato in Contrada e Elisir è alla clinica. Intanto Iesael è in piedi con l’anteriore destro ingessato, pronto per il pensionario di Radicondoli. E la Contrada della Civetta ha scritto un esposto dicendo la sua.
Ho ricordato il Guidarini mossiere, che ai fantini nell’Entrone avvertiva come la responsabilità della mossa fosse sua, ma il posto al canape era compito dei fantini, che dovevano entrare a fila uno dietro l’altro, prendere posto e via alla rincorsa, e chi c’era c’era. Ma chi conosce l’animo umano? Chi sa delle cose dette nel segreto della notte? Questo è il bello del Palio. L’imponderabile. L’alchimia della Sorte. E il grande pensiero curiale: “Chi entra Papa nel Conclave, esce cardinale”. Mai verità più vera. Soprattutto nel Palio. Come volevasi dimostrare.