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di Lisca
SIENA. Alto il volo della Civetta, caldo quello della Tartuca. Magari più a terra. Volano ancora le parole, i sussurri e le grida contro il mossiere, reo di almeno dieci, anzi nove, lese maestà per una mossa che poteva essere data almeno tre quarti d’ora prima. Certe volte il meglio è nemico del bene. Ma che ci vuoi fare? Solenni promesse, dichiarazioni d’intenti, strette di mano e fors’anche bevute a sancire l’idem sentire. E poi scappano fòri i fantini interessati a dire che quello che hanno fatto erano ordini di scuderia. Allora? Tutti assolti e un solo colpevole, o le manfrine fra i canapi erano concordate, e quel povero cristo ha sudato sangue per un minimo di allineamento contro dieci, anzi nove, assassini?
Ancora tutto questo scangeo e il sindaco di Castelnuovo butta sul piatto della ribollita l’idea appena sfornata di un Palio straordinario per Montaperti. Con tutto il rispetto per l’alta carica, penso che il suggerimento sia stato un poìno avventato, uscito senza filtro dalle auguste corde vocali. Montaperti straordinario? Ma se so’ settecentocinquant’anni che è lì a gloria del valore senese. Straordinario senz’altro per l’astuzia, l’ars bellica della birbata della Biena e Malena, Bene e Male, e le truppe fiorentine terrorizzate dal manto della Madonna a proteggere quelle senesi, e i malefici presagi delle donne indovine (ma erano davvero tutte indovine o che altro?) sparse nel campo avverso, scaramucciando prima e dopo sul campo con l’imboscata di Monselvoli e, nel bòno, il sangue a piscioli dentro l’Arbia colorata in rosso. Straordinario, certo. Ma il nostro sindaco ha rilanciato un Palio prossimo venturo dedicato, appunto, alla più grande gloria bellica senese, col risparmio di un ballino di scudi d’oro. Ottimo, direi. E tutto da plaudire.
Solo una cosa, signor Sindaco di Siena. Si potrebbe sperare in un pittore senese per il Drappellone tutto nostrale? Vanno benissimo artisti di chiara fama che onorano i musei delle nostre Contrade con opere di tutto rispetto, mettiamoci anche l’ultimo, dico io, ma che, quando esce nell’Entrone gremito è capace di strappare gli applausi dal cuore e non solo dalle mani?
E, visto che quello di Eugenia Vanni a luglio, aveva la Madonna dal volto bellissimo delle donne senesi, che dice di affidare a un’altra nostra donna l’onore della seta da illustrare? Un nome ce l’avrei in pectore: quattro lettere che cominciano con la “V”, e poi la “i”, e dopo la “t”, e finisce con la “a”. E’ anche di buon augurio. Ci pensi, signor Sindaco. Anche perché, digiuni quest’anno di due palii, l’anno prossimo si correrebbe anche noi del Nicchio, che ne dice? Grazie anticipate. E speriamo in bene.
SIENA. Alto il volo della Civetta, caldo quello della Tartuca. Magari più a terra. Volano ancora le parole, i sussurri e le grida contro il mossiere, reo di almeno dieci, anzi nove, lese maestà per una mossa che poteva essere data almeno tre quarti d’ora prima. Certe volte il meglio è nemico del bene. Ma che ci vuoi fare? Solenni promesse, dichiarazioni d’intenti, strette di mano e fors’anche bevute a sancire l’idem sentire. E poi scappano fòri i fantini interessati a dire che quello che hanno fatto erano ordini di scuderia. Allora? Tutti assolti e un solo colpevole, o le manfrine fra i canapi erano concordate, e quel povero cristo ha sudato sangue per un minimo di allineamento contro dieci, anzi nove, assassini?
Ancora tutto questo scangeo e il sindaco di Castelnuovo butta sul piatto della ribollita l’idea appena sfornata di un Palio straordinario per Montaperti. Con tutto il rispetto per l’alta carica, penso che il suggerimento sia stato un poìno avventato, uscito senza filtro dalle auguste corde vocali. Montaperti straordinario? Ma se so’ settecentocinquant’anni che è lì a gloria del valore senese. Straordinario senz’altro per l’astuzia, l’ars bellica della birbata della Biena e Malena, Bene e Male, e le truppe fiorentine terrorizzate dal manto della Madonna a proteggere quelle senesi, e i malefici presagi delle donne indovine (ma erano davvero tutte indovine o che altro?) sparse nel campo avverso, scaramucciando prima e dopo sul campo con l’imboscata di Monselvoli e, nel bòno, il sangue a piscioli dentro l’Arbia colorata in rosso. Straordinario, certo. Ma il nostro sindaco ha rilanciato un Palio prossimo venturo dedicato, appunto, alla più grande gloria bellica senese, col risparmio di un ballino di scudi d’oro. Ottimo, direi. E tutto da plaudire.
Solo una cosa, signor Sindaco di Siena. Si potrebbe sperare in un pittore senese per il Drappellone tutto nostrale? Vanno benissimo artisti di chiara fama che onorano i musei delle nostre Contrade con opere di tutto rispetto, mettiamoci anche l’ultimo, dico io, ma che, quando esce nell’Entrone gremito è capace di strappare gli applausi dal cuore e non solo dalle mani?
E, visto che quello di Eugenia Vanni a luglio, aveva la Madonna dal volto bellissimo delle donne senesi, che dice di affidare a un’altra nostra donna l’onore della seta da illustrare? Un nome ce l’avrei in pectore: quattro lettere che cominciano con la “V”, e poi la “i”, e dopo la “t”, e finisce con la “a”. E’ anche di buon augurio. Ci pensi, signor Sindaco. Anche perché, digiuni quest’anno di due palii, l’anno prossimo si correrebbe anche noi del Nicchio, che ne dice? Grazie anticipate. E speriamo in bene.