Il Palio più antico di cui si abbia notizia si potrà ammirare in tutto il suo splendore nella chiesa della Santissima Annunziata
SIENA. Il prossimo martedì 14 maggio, alle 17.30, nella Chiesa della Santissima Annunziata, il Rettore Gian Franco Indrizzi, presenta alla città “Il Palio dei Senesi” che resterà in esposizione fino al 25 del mese e potrà essere ammirato dai Senesi e dai visitatori in Piazza del Duomo.
Il Palio, alto quasi otto metri, è confezionato in prezioso velluto color rosso porpora, ornato con un fregio in oro a losanghe su cui sono disposte armi araldiche, completato sul retro da una fodera in pelle di vaio dalla lavorazione certosina della quale si riteneva che non esistessero più esempi. Già questo farebbe del palio censuale ben conservato all’interno di una cassettiera, nei depositi dell’Opera del Duomo di Siena, una scoperta straordinaria. È il dono che la Repubblica offriva a Maria Assunta il 14 agosto, durante la celebrazione dei ceri e dei censi, cerimonia che ancor oggi avviene seguendo quel remoto rituale.
È il palio più antico di cui si abbia notizia, databile ai primi decenni del Cinquecento; se si pensa poi che nel 1555, a seguito della caduta della Repubblica, quest’opera assunse su di sé tutta la simbologia civica e liturgica che prima di quell’evento era affidata agli oltre 110 palii che venivano offerti alla Cattedrale, il suo eccezionale valore risulta ancora più evidente. L’identificazione è avvenuta a seguito di una ricognizione dei tessuti d’arte di proprietà dell’Opera, operazione affidata dal Rettore Gian Franco Indrizzi a Fabiana Bari, storica dell’arte specializzata nel settore tessile.
Gli studi sono soltanto all’inizio, ma già ad oggi molte informazioni sono disponibili: il drappellone è confezionato seguendo una consuetudine antichissima risalente al XIV secolo: nella fascia centrale tessuta in oro (la parte più antica del manufatto, assai probabilmente risalente al XV secolo) sono esibiti gli stemmi araldici della comunità, la Balzana e il Leone del Popolo; in alto vi è lo stemma mediceo, inserito con poca cura in epoca granducale, diverso per stile e tecnica dagli altri; in basso due armi di famiglie nobili senesi, quella dei Foresi e quella dei Ballati.
Il palio cadde in disuso agli inizi dell’Ottocento; nel 1870, per la sua bellezza e vetustà, fu esposto, nel frainteso ruolo di reperto del carroccio senese della battaglia di Montaperti, nel Museo dell’Opera. Negli anni Cinquanta del secolo scorso l’improbabilità di questa identificazione divenne evidente e si preferì, forse anche per motivi di conservazione, rimuovere il drappo dalla sua sede espositiva e riporlo in magazzino.
Da lì l’oblio, dal quale “il pallio dell’offerta di santa Maria d’Agosto” viene oggi sottratto per essere restituito ai cittadini senesi, ai quali, in tutta la sua austera bellezza, appartiene.