Clemente ha dipinto un Palio quasi naif
di Giacomo Zanibelli
SIENA. Presentato il Cencio della Carriera del 16 agosto 2012. Il Commissario Enrico Laudanna ha salutato i senesi intervenuti evidenziando il suo impegno e quello di tutta l’amministrazione comunale nella realizzazione del prossimo Palio, ringraziando anche il prezioso contributo portato dalle contrade.
Un Drappellone che riesce a far coesistere al suo interno l’arte antica con quella post moderna. Con queste parole Max Seidel ha voluto introdurre l’opera di Francesco Clemente. Un’opera che nonostante la struttura semplice racchiude significati e riferimenti a vari periodi artistici e correnti pittoriche. Ad una prima analisi si coglie un chiaro rimando ai dipinti sacri di Piero della Francesca, alle testimonianze artistiche più antiche come l’arte africana del Corno e alle prime rappresentazioni pittoriche riscontrabili nella storia. La Madonna, volutamente archetipizzata, vuole simboleggiare la commistione tra passato e presente che ci proietta nel postmoderno. La femminilità non è data da particolari accentuati ma dal tratto leggero e dal colore rosato della stola che avvolgono un corpo androgino. Clemente, che utilizza soltanto le tonalità del celeste e del rosso senza adoperare nessun forte cromatismo, ha tentato di trasmettere all’osservatore una sensazione di impalpabilità e di trasparenza che ci porta a guardare oltre l’arte conosciuta, in un legame tra novità e tradizione, e ad indagare le tematiche del pensiero postmoderno. Quest’opera rispecchia la personalità di Clemente, un artista di stampo internazionale che come ha detto Max Seidel non è facilmente collocabile all’interno di una determinata corrente pittorica. Nel drappellone le contrade emergono dal manto della Vergine e sono rappresentate in modo stilizzato e naif divenendo parte fondante dell’apparato iconografico dell’opera, fortemente simbolico. Clemente ha deciso di collocare gli stemmi sulla stola della Madonna per enfatizzare il legame che unisce la Città alla Vergine, rappresentando così il connubio indissolubile tra senesità e religiosità.
Adesso la carriera entra nel vivo, attimi che si ripetono nel tempo ciclicamente, emozioni, passioni e speranze animano i cuori dei contradaioli che da questa sera sognano di poter portare nella propria contrada il cittino.