di Augusto Mattioli
SIENA. Le contrade hanno deciso, e bene, quando hanno detto il loro no a larga maggioranza al palio straordinario per il Costituto del Comune. Certo con varie motivazioni legate alle tattiche paliesche ma anche ad aspetti diversi che da tempo tra i senesi si stanno discutendo. Non vogliamo parlare delle prime che riguardano gli interessi delle singole contrade, ma piuttosto delle seconde. Ci piace pensare che tra queste ci siano quel malessere, quella insoddisfazione e anche stanchezza, che nelle considerazioni di molti si avvertono quando si parla del Palio di oggi E quindi ci piace pensare che le decisione di non correre sia dovuta proprio alla razionalità, al realismo. Qualcuno ha detto che per questo i senesi sarebbero delle comparse. Noi pensiamo che siano piuttosto persone che hanno ragionato con il proprio cervello, senza cedere alle sirene di Ulisse.
Sono in molti a pensare in questo momento che un terzo palio sarebbe stato un inutile spreco di denaro. Oggi il "giochino" per le contrade (e per i contradaioli) è molto, troppo dispendioso. La crisi economica per i bilanci familiari pesa e peserà sempre di più nei prossimi mesi, per cui bisognerà che anche le contrade, leggi le commissioni palio, siano molto più parche nelle loro spese. Perche i mezzi finanziari per correre un palio arrivano in gran parte dalle casse delle contrade (finanziate dai contributi volontari dei contradaioli) e non come accadeva anni fa dalle tasche soprattutto dei capitani, che mettendo soldi personali facevano come volevano.
C’è poi un altro aspetto di cui i senesi stanno parlando. Quanta parte dei soldi spesi per un palio da una contrada va alle consorelle? A quanto pare poco. Gran parte del monte va nelle mani dei fantini, per cui i soldi escono dal giro delle contrade. Di qui la ricorrente osservazione di essere sempre meno disponibili a contribuire alle ricche prebende degli "assassini". Argomenti sui quali oggi bisognerebbe discutere davvero. Ma bisognerebbe anche parlare di altri aspetti, come il ruolo del palio sull’economia della città. Il sindaco Cenni commentando il no dele contrade allo straordinario ha detto definendo la decisione “sobria e responsabile”, ha detto che "da parte nostra avevamo raccolto le sollecitazioni, mettendo a disposizione la nostra macchina organizzativa ed economica”. Sarebbe interessante capire da chi erano arrivate tali sollecitazioni. Forse da chi pensa al palio soprattutto come occasione economica da sfruttare. Certo non siamo cosi ingenui da non capire quanto tiri il palio nel suo insieme sotto questo punto di vista, ma non si può tirare troppo la corda della strumentalizzazione.
Le contrade non sono così ingenue da non accorgersene.
SIENA. Le contrade hanno deciso, e bene, quando hanno detto il loro no a larga maggioranza al palio straordinario per il Costituto del Comune. Certo con varie motivazioni legate alle tattiche paliesche ma anche ad aspetti diversi che da tempo tra i senesi si stanno discutendo. Non vogliamo parlare delle prime che riguardano gli interessi delle singole contrade, ma piuttosto delle seconde. Ci piace pensare che tra queste ci siano quel malessere, quella insoddisfazione e anche stanchezza, che nelle considerazioni di molti si avvertono quando si parla del Palio di oggi E quindi ci piace pensare che le decisione di non correre sia dovuta proprio alla razionalità, al realismo. Qualcuno ha detto che per questo i senesi sarebbero delle comparse. Noi pensiamo che siano piuttosto persone che hanno ragionato con il proprio cervello, senza cedere alle sirene di Ulisse.
Sono in molti a pensare in questo momento che un terzo palio sarebbe stato un inutile spreco di denaro. Oggi il "giochino" per le contrade (e per i contradaioli) è molto, troppo dispendioso. La crisi economica per i bilanci familiari pesa e peserà sempre di più nei prossimi mesi, per cui bisognerà che anche le contrade, leggi le commissioni palio, siano molto più parche nelle loro spese. Perche i mezzi finanziari per correre un palio arrivano in gran parte dalle casse delle contrade (finanziate dai contributi volontari dei contradaioli) e non come accadeva anni fa dalle tasche soprattutto dei capitani, che mettendo soldi personali facevano come volevano.
C’è poi un altro aspetto di cui i senesi stanno parlando. Quanta parte dei soldi spesi per un palio da una contrada va alle consorelle? A quanto pare poco. Gran parte del monte va nelle mani dei fantini, per cui i soldi escono dal giro delle contrade. Di qui la ricorrente osservazione di essere sempre meno disponibili a contribuire alle ricche prebende degli "assassini". Argomenti sui quali oggi bisognerebbe discutere davvero. Ma bisognerebbe anche parlare di altri aspetti, come il ruolo del palio sull’economia della città. Il sindaco Cenni commentando il no dele contrade allo straordinario ha detto definendo la decisione “sobria e responsabile”, ha detto che "da parte nostra avevamo raccolto le sollecitazioni, mettendo a disposizione la nostra macchina organizzativa ed economica”. Sarebbe interessante capire da chi erano arrivate tali sollecitazioni. Forse da chi pensa al palio soprattutto come occasione economica da sfruttare. Certo non siamo cosi ingenui da non capire quanto tiri il palio nel suo insieme sotto questo punto di vista, ma non si può tirare troppo la corda della strumentalizzazione.
Le contrade non sono così ingenue da non accorgersene.