L'esperto di rituale contradaiolo, Paolo Piochi, dice la sua
di Paolo Piochi
SIENA. Non nego di aver provato uno stimolante interesse nel leggere il recente intervento del Dott. Pierluigi Piccini sulla opportunità di procedere ad un’auspicabile riforma della giustizia paliesca volta a rendere maggiore “equità e coerenza” alle violazioni commesse.
Chi ha a cuore le sorti della nostra Festa non credo troverà forti motivi ostativi per una proposta che invoca una radicale rivisitazione di un sistema di non facile attuazione pratica, ancorché tale sistema mostri oggi segni di perfettibilità dovuti talvolta ad un eccessivo arbitrio e/o carente imparzialità.
Sul punto, mi permetto però di suggerire di voler estendere l’attenzione anche su una evidente trasgressione che si rileva ormai da troppi anni nei riguardi del “Rituale Contradaiolo” che, vorrei ricordare, è stato peraltro condiviso e sottoscritto da parte di tutte le Contrade, compresi altri “impegni” di moral suasion assunti all’interno del Magistrato (ogni riferimento, ad esempio, al timing delle feste rionali è puramente casuale), ma che, tuttavia, vengono sistematicamente dimenticati e/o disattesi.
Peraltro, in questi ultimi tempi, si riscontra da più parti perfino la volontà di ridisegnare, artatamente e per l’avidità del vile denaro, nuovi confini territoriali con il beneplacito di importanti Istituzioni che manifestano una insufficiente sensibilità e cultura nei rapporti sociali di questa città.
L’assenza di un Organismo di controllo che sul tema si assuma con obiettività e senza alcuna esitazione la responsabilità decisionale in modo che le regole esistenti siano per tutti osservate e puntualmente applicate, porta a ritenere che nel mondo contradaiolo sembra sia diventato ormai tutto lecito non sapendo che così agendo non si dimostra furbizia, prestigio e supremazia, ma solo arroganza e mancanza di rispetto verso la custodia delle nostre nobili tradizioni e la conservazione dei loro valori.
Forse non abbiamo ben compreso che i nostri tesori sono così rari e preziosi che dovrebbero essere, invece, tramandati con maggiore cura ed amore alle future generazioni proprio per la straordinarietà delle plurisecolari storiche testimonianze che rappresentano, specialmente in un mondo sempre più avaro di emozioni.