di Augusto Mattioli
SIENA. Per tutta la notte in Camollia si è fatta una gran festa per la bella vittoria di Trecciolino e di Già del Menhir. Un cavallo che per il 25 per cento è di proprietà del presidente di Banca Mps, Giuseppe Mussari.
Una vittoria sperata perché, in effetti, la coppia era la migliore della piazza. A far pendere i favori dei pronostico per l’Istrice la monta di Trecciolino, che ha cercato e voluto un cavallo tranquillo e sereno che in piazza si è adattato molto bene. Un palio bello nel quale è emersa la maestria di Bruschelli, che ha scelto con convinzione Già del Menhir, un soggetto che nel palio potrebbe fare molta strada se i capitani non decideranno di eliminarlo perché più forte, come è successo per Fedora Saura.
La coppia istriciaiola si è mantenuta tranquilla nelle fasi concitate della mossa, salvo nel momento in cui Già del Menhir è stato colpito da un calcio del cavallo del Leocorno Jada davvero nervosa. Poi Bruschelli ha tranquillizzato l’animale che infatti quando è entrata l’Aquila ha risposto benissimo andando subito in testa. Una mossa laboriosa, incasinata che il mossiere Giorgio Guglielmi di Vulci ha guidato con mano morbida, magari sbagliando il Leocorno con la Civetta che non correva. Errori dovuti alla tensione.
“Una mossa – ha detto parlando con i giornalisti nel giardino dove l’Istrice ha accolto dirigenze di contrade, il sindaco Cenni e altre autorità cittadine – meno complicata di quanto non mi aspettassi”.
E come sempre la mossa ha deciso il palio. E non è bastata la voglia di lottare di Alberto Ricceri nella Torre per cambiare le cose. Ricceri è caduto al terzo giro al Casato nel tentativo di rimontare l’Istrice. Per la gioa degli ocaioli e anche degli ondaioli, amareggiati per la scelta del fantino, di famiglia ondaiola doc, di montare proprio nella grande rivale Torre.