Avanzata una formale richiesta di chiarimenti al Ministero
“Il Palio di Siena – commenta il sindaco Cenni– resta parte del patrimonio culturale della città e di tutta l’Italia. Per continuare a rappresentare i valori che da sempre porta con sé non ha bisogno di nessun riconoscimento, da parte di enti od organizzazioni. Anzi, credo che l’inserimento del Palio nella lista dei beni immateriali presentati all’Unesco dall’Italia avrebbe certamente arricchito e nobilitato questo elenco. Resta il rammarico di dover apprendere dai giornali e non dalle istituzioni dello Stato l’improvvisa decisione e le sue motivazioni, che sembrano ancora una volta frutto di pregiudizi verso la Festa senese e non di un’attenta analisi e di valutazioni oggettive. Una scelta non condivisa con l’ente proponente e presa a ridosso della scadenza dei termini per presentare la candidatura senza la possibilità per il Comune di fornire approfondimenti e chiarimenti”.
Per questo, e per dare alla città spiegazioni più puntali, il Comune di Siena si è attivato per richiedere in maniera formale allo stesso Ministero chiarimenti su quanto accaduto e sulla correttezza della procedura. Il Comune di Siena ricorda come l’ordinanza ministeriale emessa nel 2009 dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che disciplina le manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, abbia adottato, specie per ciò che attiene la tutela dei cavalli, molte delle regole che il Palio di Siena ha saputo darsi nel corso di questi ultimi dieci anni.
“Gli strumenti normativi che regolano il Palio di Siena – continua Cenni – sono, in molti casi, già oltre il contenuto dell’ordinanza del Ministero della Salute. Il Comune di Siena è da sempre impegnato per affinare la capacità di garantire la salvaguardia dei cavalli e della Festa. L’esperienza senese è senza dubbio quella più avanzata di tutta Italia, scandita da regolamenti e normative riconosciute all’avanguardia dal ministero competente in materia. Per questo male si spiega la decisione di sospendere la candidatura del Palio per un anno. Una sospensione su cui ha pesato certamente la poca voglia di conoscere ed entrare nel merito della questione del ministro Brambilla. A lei ricordiamo che il Palio non ha bisogno di esami di riparazione, casomai è qualcun altro che dovrebbe interrogarsi sulla correttezza formale e sostanziale dell’operato del proprio dicastero”.
Il Comune ringrazia tutti coloro che in questo anno si sono impegnati per consentire la presentazione del Palio come patrimonio immateriale dell’Unesco. Un iter lungo e complesso, che ha comportato un lavoro meticoloso che non andrà comunque perduto.
“Il lavoro fatto – conclude il sindaco – sarà a disposizione della nuova amministrazione che, grazie alle azioni a tutela della festa intraprese in questi anni, potrà decidere se ripercorrere la strada della candidatura o meno”.