di Sandro Scali
SIENA. Nella sua dichiarazione annunciata alla stampa l’arcivescovo avrà aperto un varco nella muraglia eretta dal sindaco Cenni sulla non opportunità dell’autorità religiosa di occuparsi troppo di ciò che sembra essere di totale competenza dell’amministrazione in fatto di iconografie del drappellone? Perché se è vero, come è vero, che la committenza decide su tutta la nostra festa, drappellone in primis, è altrettanto vero che, al di là dell’oscurantismo e della conservazione tirati in ballo perché la città sia finalmente spinta fuori da tali paludi che la inchioderebbero al passato, il discorso iconografico sulla rispondenza delle interpretazioni degli autori nel raffigurare la Madonna di Provenzano il 2 luglio, e l’Assunta il 16 agosto, non può che essere di tenore religioso. E il richiamo a certi trascorsi ricordati da tutti in figure che suscitarono critiche severe e indignazioni, torna puntuale nella risposta dell’arcivescovo, che nella conclusione dice “mi dispiace concludere che l’effigie posta sul drappellone di Hassoun, per i simboli aggiunti che la qualificano altrimenti, non rappresenta realmente la Madonna di Provenzano oggetto della devozione secolare senese”. C’è il riconoscimento della “significativa testimonianza di riverenza alla Vergine Maria, madre del Profeta Gesù, come citata nella Sura 19 del Corano”. Inutile però cercare nei suoi versetti ciò che per i cristiani non ci può essere. Le esortazioni di Buoncristiani saranno ascoltate? Ai posteri…
SIENA. Nella sua dichiarazione annunciata alla stampa l’arcivescovo avrà aperto un varco nella muraglia eretta dal sindaco Cenni sulla non opportunità dell’autorità religiosa di occuparsi troppo di ciò che sembra essere di totale competenza dell’amministrazione in fatto di iconografie del drappellone? Perché se è vero, come è vero, che la committenza decide su tutta la nostra festa, drappellone in primis, è altrettanto vero che, al di là dell’oscurantismo e della conservazione tirati in ballo perché la città sia finalmente spinta fuori da tali paludi che la inchioderebbero al passato, il discorso iconografico sulla rispondenza delle interpretazioni degli autori nel raffigurare la Madonna di Provenzano il 2 luglio, e l’Assunta il 16 agosto, non può che essere di tenore religioso. E il richiamo a certi trascorsi ricordati da tutti in figure che suscitarono critiche severe e indignazioni, torna puntuale nella risposta dell’arcivescovo, che nella conclusione dice “mi dispiace concludere che l’effigie posta sul drappellone di Hassoun, per i simboli aggiunti che la qualificano altrimenti, non rappresenta realmente la Madonna di Provenzano oggetto della devozione secolare senese”. C’è il riconoscimento della “significativa testimonianza di riverenza alla Vergine Maria, madre del Profeta Gesù, come citata nella Sura 19 del Corano”. Inutile però cercare nei suoi versetti ciò che per i cristiani non ci può essere. Le esortazioni di Buoncristiani saranno ascoltate? Ai posteri…