Saccardi: “Tra i primi per la prevenzione e per le speranze di vita”
FIRENZE. Andamento in linea con le tendenze nazionali per quanto riguarda la diagnosi e ottimi risultati per le aspettative di vita. La lotta contro i tumori in Toscana nel 2017 registra dati importanti, numeri che offrono materiale per riflettere sulle politiche sanitarie, dalla prevenzione, alla cura all’assistenza.
Pochi giorni fa l’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) ha presentato a Firenze, nella sede della giunta regionale, il volume “I numeri del cancro in Italia 2017”, con un capitolo dedicato alla Toscana.
Nella nostra regione nello scorso anno sono stati stimati 24.500 nuovi casi di tumore (12.450 uomini e 12.050 donne), con una tendenza che rispecchia quella nazionale: un andamento stabile delle nuove diagnosi fra gli uomini e un incremento fra le donne. Infatti nel 2014 nella regione erano state registrate 24.114 nuove diagnosi (12.378 uomini e 11.736 donne). Nella popolazione generale le cinque neoplasie più frequenti nel 2017 sono state quelle del colon retto (3.700), seno (3.250), polmone (2.950), prostata (2.500) e melanoma (1.250). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 62,2% (65% donne e 56% uomini), dato che colloca la Toscana al secondo posto a livello nazionale dopo l’Emilia-Romagna (62,4%) e davanti al Veneto (61,5%)
«La Toscana è tra le cinque regioni italiane con la più alta speranza di vita alla nascita. Le stime 2016 registrano un’attesa di vita media a 85,6 anni per le donne e 81,2 per gli uomini, in aumento dopo l’arresto subito nel 2015, anno nel quale si è osservato un deciso aumento della mortalità generale in tutto il Paese» ha detto l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, intervenendo alla presentazione del volume AIOM.
«Quelli relativi alla speranza di vita sono valori più alti della media italiana di circa 6 mesi in entrambi i generi – ha proseguito Saccardi – La Toscana è tra le prime anche per speranza di vita di una persona giunta al compimento del 65° anno d’età: 22,8 anni per le donne e 19,5 anni per gli uomini, contro una media italiana rispettivamente di 22,4 e 19,1 anni. Questi dati rappresentano una misura sintetica dello stato di salute della popolazione, la speranza di vita è infatti frutto della combinazione della prevalenza di corretti stili di vita in una popolazione, dell’incidenza delle malattie e della qualità delle cure dei servizi sanitari. I dati descrivono anche una Toscana che è tra le regioni migliori per la prevenzione. Ci siamo organizzati per fare un lavoro sempre più rilevante sugli screening, e lavorare su prevenzione e diagnosi precoce del tumore».
Le politiche della sanità toscana, da tempo, rivolgono all’oncologia un’attenzione molto alta, azioni che hanno avuto un ulteriore sviluppo grazie alla fusione tra ITT (Istituto Toscano Tumori) e ISPO.
«E’ stato un passo importante nella direzione della semplificazione, della funzionalità e dell’efficienza – ricorda Stefano Scaramelli, presidente della commissione sanità del Consiglio regionale – L’intento è stato quello di superare la logica dell’organismo regionale di governo clinico e di istituire un’organizzazione più strutturata. Il modello a rete, infatti, è ormai riconosciuto a livello nazionale ed europeo come il migliore possibile per incontrare le esigenze dei pazienti».
«Per essere più vicini ai pazienti oncologici, andare incontro alle loro esigenze, assisterli meglio nel loro percorso e migliorare anche i tempi di attesa – ha aggiunto Saccardi – abbiamo istituito gli Aiuto Point, che ora sono presenti in tutte le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie toscane. Aiuto è l’acronimo di Assistenza, Informazione, Urgenze nel Trattamento Oncologico. I pazienti seguiti già da una struttura oncologica non devono più rivolgersi al Cup per i propri controlli, ma è l’Aiuto Point a prenotare tutte le prestazioni previste e ad assicurare tutti gli adempimenti amministrativi in materia di esenzione, avvio dell’iter per il riconoscimento dell’invalidità civile, facilitazione dell’accesso. Un modo per accompagnare e aiutare le persone in una fase delicata della loro vita, facendo sì che non debbano farsi carico anche della faticosa organizzazione dei loro controlli».