Tra gli indagati il ministro Savona, Alessandro Profumo e gli ex vertici della banca senese
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FOGGIA. Il gup del Tribunale di Foggia ha rinviato a giudizio 5 persone, tra funzionari e dirigenti, del Monte dei Paschi di Siena, accusati a vario titolo di usura bancaria. Una inchiesta nata dopo una denuncia, nel 2013, della famiglia Cordisco di San Paolo di Civitate, proprietaria dell’omonima azienda casearia. Dalla consulenza di uno studio specializzato è emerso che i rapporti bancari tra la famiglia Cordisco e MPS erano viziati da usura. L’intero gruppo Cordisco era vittima di un meccanismo subdolo per cui l’addebito di interessi oltre soglia (ed altri costi non dovuti, nonché l’utilizzo distorto di altri strumenti finanziari, tra i quali gli swap), invece di alleviare la crisi di liquidità la aggravavano, alimentando l’esposizione debitoria, altrimenti inesistente, o quantomeno non determinante il dissesto finanziario.
Nel corso dell’udienza preliminare, durante la quale si sono svolte perizie da ambo le parti, il gup ha chiesto il rinvio a giudizio di cinque persone oltre a Mps quale responsabile civile. La prima udienza del processo si terrà il 16 ottobre.
Anche la procura di Campobasso sta indagando su una presunta vicenda di usura bancaria a carico di cinque persone, tra funzionari e dirigenti della MPS. L’inchiesta è nata dopo la denuncia presentata il 16 gennaio 2017 alla Gdf dalla società molisana ‘Engineering srl’. Nell’indagine sono coinvolti gli ex presidenti Mps Giuseppe Mussari e Pier Luigi Fabrizi ed altri tre alti funzionari della banca, Antonio Vigni, Giovanni Berloco ed Emilio Bindi. I fatti sono relativi al periodo che va dal 2005 al 2011.