Non c'è accordo sul rinnovo del contratto nazionale
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ROMA. Al termine dell’incontro odierno sul rinnovo del CCNL del credito, il Segretario Generale di Unità Sindacale – Confsal, Emilio Contrasto, definisce la posizione e le proposte di ABI “sempre assolutamente distanti dalle richieste sindacali, poco lungimiranti e, in molti casi, addirittura lesive della dignità dei lavoratori” e annuncia che “senza un vero e concreto cambio di passo della controparte la reazione del fronte sindacale non potrà che essere di una nuova, formidabile mobilitazione” .
“Il modo in cui ABI tratteggia le professionalità dei colleghi, vero e unico presidio nel territorio del modo corretto di fare banca e della credibilità delle istituzioni bancarie, sembra trasudare pregiudizi e scarsa conoscenza del lavoro e dello spirito di sacrificio dimostrato”, rincara la dose Contrasto. “Grazie alla capacità di innovazione e alla solidarietà dei lavoratori del credito si sono già superati, in passato, momenti di crisi e fasi di profonde innovazioni – continua il Segretario Generale di UNISIN, secondo il quale – dunque, il presupposto fondamentale per continuare il dialogo con la controparte è una formale presa di coscienza di ciò”.
“Non siamo disponibili a sentirci dire, dopo anni di sacrifici, che il problema sono i colleghi scarsamente propensi al cambiamento e alle innovazioni, oltre che causa di un costo del lavoro per le Aziende spropositato e non sostenibile. La storia, infatti – sempre secondo il Segretario Generale di UNISIN – già dimostra che la categoria dei bancari, unitariamente, ha saputo dare dimostrazione di spirito coeso e della volontà di non pagare più per colpe che non gli appartengono. Inoltre, i bancari non sono più disponibili a vedersi additati da ABI come eccessivamente onerosi e poco flessibili. Il costo medio contrattuale dei bancari italiani, per come dimostrato da UNISIN attraverso un suo articolato lavoro, è tra i più bassi in Europa ed i cambiamenti imposti al settore nell’ultimo decennio sono la prova della grande apertura e disponibilità dei colleghi al cambiamento, nonostante le scelte poco lungimiranti dei banchieri. Sarebbe, invece, interessante soffermarsi su quanto incidano sul costo del lavoro pro-capite dei bancari i premi e le remunerazioni, spesso a sei zeri, riservate ai banchieri ovvero le politiche di incentivazione decise dai vertici delle Banche al di fuori del salario contrattuale”.
“ABI continua, quindi, a non volere fare seria autocritica sui compensi assurdi dei banchieri, sulle scelte del passato che basavano le decisioni strategiche su orizzonti di cortissimo respiro, concentrando le attività delle banche sul trading finanziario. Le aziende e le famiglie sul territorio – prosegue Contrasto – chiedono un più facile accesso al credito anche per facilitare il rilancio dei consumi e della produzione, mentre le Banche continuano a perseguire politiche scriteriate di chiusura di sportelli e riduzione del personale, unici volani possibili per la ripresa dell’economia reale”.
UNISIN, inoltre, ha ribadito la richiesta di immediato riconoscimento, da parte di ABI, della tabellizzazione dell’EDR con effetto a partire dal 1° luglio per come previsto dal vigente contratto di lavoro. “L’Elemento Distinto della retribuzione – precisa infatti Contrasto – ha rappresentato il recupero inflattivo ottenuto con la precedente tornata contrattuale e non può, in nessun caso, essere utilizzato dall’Associazione datoriale quale strumento di pressione o di scambio in questo nuovo percorso di rinnovo del contratto di lavoro”.
Il leader di UNISIN conclude con un appello alla politica: “E’ necessaria, inoltre, una seria presa di posizione da parte del Governo che richiami le Banche alle proprie responsabilità e tuteli i Lavoratori dall’ennesimo ed intollerante tentativo dei banchieri di rendere il lavoro nel settore precario, destrutturato, disarticolato e non adeguatamente remunerato”.
E’ stato fissato un nuovo incontro per la fine del mese di luglio.
Segreteria nazionale Unisin
“Il modo in cui ABI tratteggia le professionalità dei colleghi, vero e unico presidio nel territorio del modo corretto di fare banca e della credibilità delle istituzioni bancarie, sembra trasudare pregiudizi e scarsa conoscenza del lavoro e dello spirito di sacrificio dimostrato”, rincara la dose Contrasto. “Grazie alla capacità di innovazione e alla solidarietà dei lavoratori del credito si sono già superati, in passato, momenti di crisi e fasi di profonde innovazioni – continua il Segretario Generale di UNISIN, secondo il quale – dunque, il presupposto fondamentale per continuare il dialogo con la controparte è una formale presa di coscienza di ciò”.
“Non siamo disponibili a sentirci dire, dopo anni di sacrifici, che il problema sono i colleghi scarsamente propensi al cambiamento e alle innovazioni, oltre che causa di un costo del lavoro per le Aziende spropositato e non sostenibile. La storia, infatti – sempre secondo il Segretario Generale di UNISIN – già dimostra che la categoria dei bancari, unitariamente, ha saputo dare dimostrazione di spirito coeso e della volontà di non pagare più per colpe che non gli appartengono. Inoltre, i bancari non sono più disponibili a vedersi additati da ABI come eccessivamente onerosi e poco flessibili. Il costo medio contrattuale dei bancari italiani, per come dimostrato da UNISIN attraverso un suo articolato lavoro, è tra i più bassi in Europa ed i cambiamenti imposti al settore nell’ultimo decennio sono la prova della grande apertura e disponibilità dei colleghi al cambiamento, nonostante le scelte poco lungimiranti dei banchieri. Sarebbe, invece, interessante soffermarsi su quanto incidano sul costo del lavoro pro-capite dei bancari i premi e le remunerazioni, spesso a sei zeri, riservate ai banchieri ovvero le politiche di incentivazione decise dai vertici delle Banche al di fuori del salario contrattuale”.
“ABI continua, quindi, a non volere fare seria autocritica sui compensi assurdi dei banchieri, sulle scelte del passato che basavano le decisioni strategiche su orizzonti di cortissimo respiro, concentrando le attività delle banche sul trading finanziario. Le aziende e le famiglie sul territorio – prosegue Contrasto – chiedono un più facile accesso al credito anche per facilitare il rilancio dei consumi e della produzione, mentre le Banche continuano a perseguire politiche scriteriate di chiusura di sportelli e riduzione del personale, unici volani possibili per la ripresa dell’economia reale”.
UNISIN, inoltre, ha ribadito la richiesta di immediato riconoscimento, da parte di ABI, della tabellizzazione dell’EDR con effetto a partire dal 1° luglio per come previsto dal vigente contratto di lavoro. “L’Elemento Distinto della retribuzione – precisa infatti Contrasto – ha rappresentato il recupero inflattivo ottenuto con la precedente tornata contrattuale e non può, in nessun caso, essere utilizzato dall’Associazione datoriale quale strumento di pressione o di scambio in questo nuovo percorso di rinnovo del contratto di lavoro”.
Il leader di UNISIN conclude con un appello alla politica: “E’ necessaria, inoltre, una seria presa di posizione da parte del Governo che richiami le Banche alle proprie responsabilità e tuteli i Lavoratori dall’ennesimo ed intollerante tentativo dei banchieri di rendere il lavoro nel settore precario, destrutturato, disarticolato e non adeguatamente remunerato”.
E’ stato fissato un nuovo incontro per la fine del mese di luglio.
Segreteria nazionale Unisin