PADOVA. Si è svolto lo scorso weekend a Padova, presso la Sala dei Giganti del Palazzo del Capitanio, il convegno “La fabbrica 4.0: uomini, robot e organizzazione del lavoro”, come parte del Festival Galileo dell’Innovazione, catalizzatore di numerosi enti, aziende, associazioni di categoria e realtà italiane fortemente legate al mondo dell’innovazione tecnologica, digitale e dei servizi.
Il convegno, a cura di Fondazione Ergo, condotto da Dario Di Vico, Corriere della Sera, si è aperto con le relazioni di Gabriele Caragnano, direttore generale Fondazione Ergo, e Daniele Marini, docente dell’Università di Padova, per proseguire con un dibattito tra Fabio Storchi, presidente Federmeccanica, e Tiziano Treu, giuslavorista, già ministro del Lavoro.
Gabriele Caragnano ha tracciato una definizione di Industria 4.0, dove la connessione è la chiave della digitalizzazione e si realizza tramite la scissione dei compiti, la definizione di ruoli chiave trasparenti e l’utilizzo di sistemi di misurazione delle performance come MTM e di autocertificazione come BellaFactory: adottare sistemi condivisi crea fiducia e genera sinergia, a beneficio del lavoratore e del profitto. L’industria 4.0 applica la digitalizzazione alle catene del valore verticali e orizzontali, all’offerta dei prodotti e soprattutto inventando nuovi modelli di business; permette così l’approfondimento della relazione con il cliente offrendo prodotti sempre più personalizzati, oltre che di raccogliere e analizzare una grande mole di dati grazie ai quali prevedere comportamenti futuri.
Daniele Marini ha esposto i risultati di una ricerca svolta sui lavoratori dipendenti in Italia, promossa da Federmeccanica, osservando come i meccanismi di regolazione del mercato del lavoro si modifichino continuamente all’insegna della flessibilità, ma non considerino i cambiamenti nella cultura del lavoro, come la forte identificazione con il lavoro e l’azienda e un nuovo concetto di meritocrazia e di mobilitazione individuale.
Tiziano Treu ha evidenziato l’arretratezza dell’impianto del contratto Metalmeccanico, in discussione proprio in questi giorni, nel rispondere sia alle novità della tecnologia e dell’innovazione che alle molteplici specificità dell’industria, auspicando la creazione di CCNL che diano norme e garanzie generali, e l’integrazione di numerosi regolamenti specifici a livello aziendale. Ha in seguito individuato nella resistenza all’innovazione e nello scarso investimento nella ricerca la perdita di competitività delle aziende italiane.
Fabio Storchi ha ripreso invece il concetto di collaborazione, evidenziando la necessità di un contributo lavorativo che superi quello classico, apportando intelligenza e passione. Ha ripreso poi il tema della trattativa sul CCNL Metalmeccanico, illustrando il colloquio in corso con i sindacati.
I quattro relatori hanno evidenziato come la digitalizzazione riguardi soprattutto le persone: automazione e tecnologia hanno come punto di partenza l’uomo e l’acquisizione da parte delle “Fabbriche 4.0” di giovani talenti capaci e di risorse istruite, colmando il mismatch attuale tra domanda e offerta. Il convegno ha dunque fornito un’esaustiva panoramica della situazione italiana in materia di innovazione e digitalizzazione, designandone la risorsa umana come elemento fondamentale e suggerendo possibili percorsi e strategie di cambiamento, con grande apprezzamento dei numerosi intervenuti.