La Rsa romana ritiene che ci sia "un'emergenza morale"
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ROMA. Nel corso del mese di ottobre 2013 in tutti i poli italiani di UBIS si sono svolte le assemblee degli iscritti per eleggere i 39 delegati dell’Assemblea costitutiva del Coordinamento della FISAC CGIL di UBIS. Nelle assemblee, che hanno registrato una partecipazione pari a circa il 25% degli aventi diritto, si sono confrontati due documenti congressuali: uno della delegazione trattante, l’altro presentato dalla RSA di Roma. Le votazioni effettuate al termine di ogni assemblea hanno registrato complessivamente i seguenti risultati:
– documento della delegazione trattante: 122 voti (54%), 27 delegati (70%);
– documento della RSA di Roma: 94 voti (42%), 12 delegati (30%)
– schede bianche/nulle: 10 (4%)
Inizio Congresso. Il giorno 25 ottobre 2013 si è svolta a Milano l’Assemblea costitutiva. Erano presenti 37 delegati, la Segretaria nazionale della FISAC ed il Coordinatore sindacale per il Gruppo Unicredit. Il serrato dibattito, svolto dopo l’assolvimento delle formalità congressuali e la relazione d’apertura della Segretaria nazionale, ha confermato le distanze tra i due documenti, espressioni di due modi di intendere l’azione sindacale che hanno contraddistinto le vicende della nostra sigla in UBIS negli ultimi 30 mesi.
Elezione Direttivo. Esauriti gli interventi dei delegati, si è proceduto alla votazione per l’elezione del Direttivo costituito da 23 membri e composto sulla base del numero dei delegati (70% per il documento della delegazione trattante e 30% per il documento della RSA di Roma) presenti al Congresso.
Ordine del giorno di Trieste sul “Collegamento Societario”. Al termine della votazione, il delegato di Trieste ha sottoposto al voto del Congresso un ordine del giorno presentato il 18.10.2013 a Trieste nel quale l’assemblea degli iscritti chiese: a) l’impegno a livello nazionale a rafforzare il coinvolgimento dei lavoratori a livello periferico; b) l’impegno alla difesa dell’area contrattuale, al contrasto delle esternalizzazioni e, se non evitabili, al mantenimento del collegamento societario.
Il delegato di Trieste e gli 11 delegati presenti (10 di Roma e 1 di Palermo) del Documento della RSA di Roma hanno espresso voto favorevole all’ordine del giorno; un delegato di Milano è uscito dalla sala per non partecipare al voto; 6 delegati del Documento di maggioranza, con un sussulto di decenza tardiva, si sono astenuti; i restanti 18 delegati di maggioranza, votando contro l’odg, ne hanno determinato la bocciatura. Un esito sconcertante che ha smascherato senza appello il favore della maggioranza dei delegati FISAC alle esternalizzazioni, alla rinuncia al collegamento societario e, quel che è peggio, al coinvolgimento democratico dei lavoratori a livello periferico. La rinuncia al collegamento societario è stato giustificato dalla prassi negoziale ormai considerata irreversibile di cessioni di rami d’azienda prive di valide garanzie occupazionali.
Casta Sindacale. Il clima surreale – una casta sindacale che rinuncia a difendere i lavoratori schierandosi dalla parte dell’azienda – creato da un voto favorevole alle esternalizzazioni e contro il coinvolgimento democratico della base da parte di chi contrasta i disegni aziendali solo a parole si è ulteriormente deteriorato quando la segretaria nazionale con prassi di investitura feudale ha nominato, in puro stile “PORCELLUM”, una delegata di Milano (peraltro già componente la segreteria regionale) alla carica di capo delegazione FISAC in UBIS. Una nomina ratificata a maggioranza con 11 voti favorevoli, 6 contrari, 2 astenuti, 1 scheda bianca. Con un suffragio, quindi, inferiore alla metà del direttivo appena costituito (23 membri).
Elezione Segreteria. A questo punto la neo-capo delegazione ha proposto al Direttivo di eleggere una Segreteria composta da cinque elementi (quattro oltre lei) tutti appartenenti al Documento della Delegazione trattante, tra cui un noto imbarazzante personaggio sul quale pesa un deferimento alla Commissione di Garanzia della FISAC per aver intrattenuto una corrispondenza epistolare di una gravità estrema con un esponente delle Relazioni sindacali dell’azienda. Aver calpestato la salvaguardia dei diritti della minoranza che aveva raccolto oltre il 40% dei suffragi nelle assemblee e pesato al 30% in sede congressuale ha indotto i rappresentanti del Documento della RSA di Roma a dichiarare la composizione della Segreteria dell’Organo di coordinamento contraria alle pratiche congressuali della CGIL, chiedendone la formale verbalizzazione. Da stigmatizzare, inoltre, che mentre il direttivo, seguendo le indicazioni della CGIL, è stato ridotto nei numeri, la segreteria è stata inopinatamente allargata a 5 membri. Sorge il sospetto che il significato di questo allargamento, uniformandosi alla “prassi” degli altri sindacati, sia quello di creare i presupposti per salvare i suoi componenti dalle esternalizzazioni. In questo modo – la vicenda ABAS lo dimostra – sarà più facile sottoscrivere la cessione dei colleghi se la cosa non riguarda i firmatari, ormai appartenenti alla casta dei “salvati”.
Lo sprezzo per le regole di democrazia interna, per il voto espresso nelle assemblee svolte in tutta Italia, per la mozione di Trieste costituisce evidentemente il solo parametro di riferimento di apparati burocratici, che si riempiono la bocca di “condivisione”, “responsabilità”, “passaggi democratici”, ma che in realtà tendono solo all’eliminazione del dissenso e di ogni pluralità di posizioni, giudicandoli intollerabili e di ostacolo alla tutela di interessi lobbistici.
Per noi il Sindacato deve difendere i diritti di tutti e non tutelare gli interessi di nessuno, questo lo fanno le Lobby.
Ormai in FISAC è emergenza morale.
Elezione Direttivo. Esauriti gli interventi dei delegati, si è proceduto alla votazione per l’elezione del Direttivo costituito da 23 membri e composto sulla base del numero dei delegati (70% per il documento della delegazione trattante e 30% per il documento della RSA di Roma) presenti al Congresso.
Ordine del giorno di Trieste sul “Collegamento Societario”. Al termine della votazione, il delegato di Trieste ha sottoposto al voto del Congresso un ordine del giorno presentato il 18.10.2013 a Trieste nel quale l’assemblea degli iscritti chiese: a) l’impegno a livello nazionale a rafforzare il coinvolgimento dei lavoratori a livello periferico; b) l’impegno alla difesa dell’area contrattuale, al contrasto delle esternalizzazioni e, se non evitabili, al mantenimento del collegamento societario.
Il delegato di Trieste e gli 11 delegati presenti (10 di Roma e 1 di Palermo) del Documento della RSA di Roma hanno espresso voto favorevole all’ordine del giorno; un delegato di Milano è uscito dalla sala per non partecipare al voto; 6 delegati del Documento di maggioranza, con un sussulto di decenza tardiva, si sono astenuti; i restanti 18 delegati di maggioranza, votando contro l’odg, ne hanno determinato la bocciatura. Un esito sconcertante che ha smascherato senza appello il favore della maggioranza dei delegati FISAC alle esternalizzazioni, alla rinuncia al collegamento societario e, quel che è peggio, al coinvolgimento democratico dei lavoratori a livello periferico. La rinuncia al collegamento societario è stato giustificato dalla prassi negoziale ormai considerata irreversibile di cessioni di rami d’azienda prive di valide garanzie occupazionali.
Casta Sindacale. Il clima surreale – una casta sindacale che rinuncia a difendere i lavoratori schierandosi dalla parte dell’azienda – creato da un voto favorevole alle esternalizzazioni e contro il coinvolgimento democratico della base da parte di chi contrasta i disegni aziendali solo a parole si è ulteriormente deteriorato quando la segretaria nazionale con prassi di investitura feudale ha nominato, in puro stile “PORCELLUM”, una delegata di Milano (peraltro già componente la segreteria regionale) alla carica di capo delegazione FISAC in UBIS. Una nomina ratificata a maggioranza con 11 voti favorevoli, 6 contrari, 2 astenuti, 1 scheda bianca. Con un suffragio, quindi, inferiore alla metà del direttivo appena costituito (23 membri).
Elezione Segreteria. A questo punto la neo-capo delegazione ha proposto al Direttivo di eleggere una Segreteria composta da cinque elementi (quattro oltre lei) tutti appartenenti al Documento della Delegazione trattante, tra cui un noto imbarazzante personaggio sul quale pesa un deferimento alla Commissione di Garanzia della FISAC per aver intrattenuto una corrispondenza epistolare di una gravità estrema con un esponente delle Relazioni sindacali dell’azienda. Aver calpestato la salvaguardia dei diritti della minoranza che aveva raccolto oltre il 40% dei suffragi nelle assemblee e pesato al 30% in sede congressuale ha indotto i rappresentanti del Documento della RSA di Roma a dichiarare la composizione della Segreteria dell’Organo di coordinamento contraria alle pratiche congressuali della CGIL, chiedendone la formale verbalizzazione. Da stigmatizzare, inoltre, che mentre il direttivo, seguendo le indicazioni della CGIL, è stato ridotto nei numeri, la segreteria è stata inopinatamente allargata a 5 membri. Sorge il sospetto che il significato di questo allargamento, uniformandosi alla “prassi” degli altri sindacati, sia quello di creare i presupposti per salvare i suoi componenti dalle esternalizzazioni. In questo modo – la vicenda ABAS lo dimostra – sarà più facile sottoscrivere la cessione dei colleghi se la cosa non riguarda i firmatari, ormai appartenenti alla casta dei “salvati”.
Lo sprezzo per le regole di democrazia interna, per il voto espresso nelle assemblee svolte in tutta Italia, per la mozione di Trieste costituisce evidentemente il solo parametro di riferimento di apparati burocratici, che si riempiono la bocca di “condivisione”, “responsabilità”, “passaggi democratici”, ma che in realtà tendono solo all’eliminazione del dissenso e di ogni pluralità di posizioni, giudicandoli intollerabili e di ostacolo alla tutela di interessi lobbistici.
Per noi il Sindacato deve difendere i diritti di tutti e non tutelare gli interessi di nessuno, questo lo fanno le Lobby.
Ormai in FISAC è emergenza morale.
RSA FISAC CGIL UBIS ROMA