Il deputato Pd propone procedurre più snelle
FIRENZE. “Sono profondamente dispiaciuto che dopo oltre sei anni non si riesca ancora ad utilizzare uno dei più importanti beni mai sequestrati in Italia alla mafia per un uso sociale e didattico contro il crimine organizzato”. Sono queste le parole di Federico Gelli deputato del PD e responsabile legalità e sicurezza del Partito Democratico Toscano, in merito al rifiuto, da parte dell’amministratore finanziario di concedere gli spazi della tenuta di Suvignano nel Comune di Monteroni d’Arbia ( Si) all’Arci regionale che, insieme a Libera e la Cgil, doveva organizzare una serie di iniziative nell’ambito di “LiberArci dalle Spine”. Un progetto che da anni permette a tanti giovani di portare avanti attività di lavoro e studio contro la mafia. La tenuta di Suvignano, oltre 700 ettari, allevamenti e 13 coloniche per un valore di 25 milioni di euro in uno dei posti più belli della Provincia di Siena, è stata confiscata alla mafia nel 2007 e da allora, malgrado i molti tentativi e progetti portati avanti da parte degli enti locali e dalle associazioni antimafia, non è ancora stata restituita alla collettività. “Mi sono occupato di questo bene fin da quando ero vicepresidente della Regione Toscana – ha aggiunto Gelli – e trovo incredibile che in tutto questo tempo lo Stato non è stato in grado di riconsegnare ai cittadini e al territorio questa enorme realtà. Un impasse che deve essere superato. La confisca dei beni è uno degli strumenti più efficaci contro la criminalità organizzata ma dobbiamo lavorare per accorciare i tempi e rendere più snelle le procedure che vanno dal sequestro dei beni, alla confisca al loro utilizzo sociale e produttivo. Solo in questo modo – conclude il deputato PD – possiamo dare una riposta ancora più forte contro la mafia”.