di Vito Zita
BARLETTA. Lo scorso 8 giugno in corso Vittorio Emanuele n. 137, casa natale di Raffaele Musti, c’è stata la cerimonia per lo scoprimento e benedizione di una targa marmorea a ricordo del Tenente di Fanteria Raffaele Musti, caduto il 22 novembre 1935 nella località di Hamanlei in Somalia, decorato con due Medaglie d’Argento al Valor Militare di cui una alla Memoria.
Questa iniziativa, ideata e realizzata delle Associazioni ANMIG (Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra) e Associazione ANCR (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci), vuole ricordare le nobili gesta del nostro concittadino come strumento di Pace e per rafforzare i Valori Democratici e di Libertà.
L’evento ha visto la presenza istituzionale del Sindaco della città di Barletta, dott. Cosimo Damiano Cannito, del consigliere comunale, Giuseppe Dipaola, del Direttore dell’Archivio di Stato di Bari e delle sezioni di Barletta e Trani, Cav. dott. Michele Grimaldi, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, della dirigente della scuola Musti, Rosa Carlucci, accompagnata da una delegazione di alunni e dei familiari del Tenente Musti.
ANMIG e ANCR hanno provveduto anche a far redigere al Socio cav. dott. Vito Zita un libro nel quale si racconta la storia del Tenente Musti, dal suo arrivo in Africa fino alla sua morte in combattimento. L’intenzione di Ruggiero Graziano, Presidente delle due Associazioni, di realizzare un convegno sul Tenente Raffaele Musti presso la Sala Rossa del Castello Svevo, fin dal marzo 2020, purtroppo causa emergenza Covid è stato rimandato a data da destinarsi.
In questa occasione si è provveduto a una intervista al presidente ANMIG e ANCR Ruggiero Graziano
Presidente, a Raffaele Musti è già intitolata una via cittadina e una scuola a Barletta, adesso anche una targa ricordo. Sembra che i barlettani abbiano un ricordo profondo di questo militare. E’ così?
Il ricordo di questo eroe è legato all’esempio di sacrificio ed abnegazione al dovere tipico di giovani non legati alla retorica fascista dell’epoca, ma dal forte legame alla Patria e soprattutto a quel sentimento cameratesco che si creava nei momenti più difficili. Il motto “nessuno rimarrà indietro” non è stato non coniato in quei momenti ma è stato sicuramente seguito fino al sopraggiunto ultimo respiro. Ricordo che il tenente rifiutò ad una licenza per restare tra i suoi soldati.
La città di Barletta è una fra le più decorate d’Italia e molti suoi cittadini hanno ricevuto decorazioni al Valor Militare. Come mai?
Barletta è stata una delle prime città d’Italia a reclamare l’Unità d’Italia: nel 1503 al termine della famosa Disfida l’urlo più comune tra il popolo era “Italia”. L’Unità vera, come ben sappiamo, arriverà dopo quasi quattro secoli. Questo germoglio nazionalistico ha dato carattere al barlettano tant’è la città di Barletta ha il più alto numero di decorazioni al Valor Militare di tutta l’Italia.
L’attività delle due Associazioni che presiede è molto intensa, le iniziative per la MOVM Carli e la MOVM Conteduca, qualche giorno fa la lettera consegnata ai discendenti di Fugalli che ha avuto una risonanza nazionale. Ha altre iniziative di questo genere?
Le sezioni Amig e Ancr di Barletta desiderano fortemente che i valori Patriottici, di Unità Nazionale, di contrasto alle dittature e sopratutto al ricordo di chi si è sacrificato con il sangue e con le membra per e con un ideale non venga dimenticato. Attraverso il ricordo storico si desidera far germogliare nel cuore delle nuove generazioni, futuri tutori dei Valori di Pace e Democrazia, l’esempio e le linee guida da seguire per un mondo migliore. In tal senso esse si sono già attivate nelle ricerche storiche di un civile barlettano di nome Giuseppe Rubini, che aiutò un folto gruppo di ebrei che si nascosero dalla furia nazista ad Igea Marina vicino Rimini. A lui, con l’aiuto delle Istituzioni, si cercherà di dargli il meritato riconoscimento come “Giusto tra le Nazioni” massimo encomio israeliano di chi ha salvato vite umane durante l’Olocausto.