“I cacciatori sono parte del problema e non la soluzione dei danni all’agricoltura”
FIRENZE. Si è svolta oggi (9 settembre) in Consiglio regionale la comunicazione dell’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi a proposito dell’emergenza ungulati. A maggioranza (Partito Democratico, Lega Nord, Forza Italia) è stato votato un ordine del giorno collegato. Contrario il Gruppo consiliare di Sì Toscana a Sinistra con i Consiglieri Sarti e Fattori.
“Nella comunicazione odierna sull’emergenza ungulati la Giunta omette alcuni punti fondamentali, eludendo i quali è impossibile una seria discussione sull’eccessiva presenza in Toscana di cinghiali e caprioli e dei danni conseguenti nelle aree agricole” dichiara il Paolo Sarti, Consigliere di Si – Toscana a Sinistra.
“E’ contraddittorio affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c’è un conflitto d’interessi”. “Questa emergenza esiste da anni e la causa principale è stato il lasciar fare ai cacciatori tutto quello che volevano, come l’introduzione di esemplari dall’est Europa, che hanno soppiantato per la loro prolificità i cinghiali autoctoni, e la pasturazione nei periodi invernali, con conseguente aumento ulteriore della popolazione”.
“La Toscana ha uno dei calendari venatori più ampi di tutta Italia e ciò non è servito a contenere il sovrappopolamento: le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano, infatti, proprio il contrario, che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità, può essere considerata come una causa dei danni stessi”. “Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche e il controllo della fertilità della fauna selvatica, sembrano invece essere molto efficaci”.
“Si tace poi sulle conseguenze della caccia in Toscana come i morti e feriti, sia tra la gente comune, sia tra i cacciatori stessi: perché non sono pubblicati e resi pubblici anche questi dati?. Aumentare l’esercizio venatorio aumenterà anche questo tipo di tragici incidenti. Anche il voler mettere in piedi una filiera per le carni, e quindi una catena produttiva, come annunciato dalla Giunta, presuppone che la materia prima ci sia anche per il futuro e dunque contrasta con la proclamata volontà di riduzione degli ungulati. Inutile quindi usare slogan, servono azioni concrete, che abbiano solide basi scientifiche e il coinvolgimento del mondo ambientalista”, termina Sarti.