Marchetti (FI): "A borraccia donata si guarda in bocca, se lo smalto lo ingoiano i bimbi. Importate dalla Cina, certificate come contenitori ma non certo per l’ingestione"
SIENA. «Le istituzioni si riempiono la bocca col plastic-free, e per farlo riempiono la bocca dei bambini di smalti made in China e di chissà che altri rilasci di sostanze derivanti dalla degradazione in tempi record delle borracce in alluminio distribuite dai gestori del servizio idrico ai bambini delle scuole su tutto il territorio regionale. Ebbene, almeno tra quelle regalate da Publiacqua Spa ce ne sono di difettose: hanno perso scaglie di rivestimento proprio nel punto dove i bimbi poggiano la bocca per bere, e le famiglie sono preoccupate per cosa abbiano potuto ingerire insieme all’acqua. Segnalazioni mi arrivano ad esempio da San Casciano, ma anche da Scandicci dove addirittura il Comune si è mosso per invitare i dirigenti scolastici a sospendere l’utilizzo delle borracce. Che figuraccia… Ora però la Regione, nel nome del principio di precauzione che si deve alla salute dei più piccini, inviti al ritiro e divieto d’uso di tutti quei recipienti. Anche attivando le Asl, se del caso»: l’appello arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che sul caso delle boracce che si scheggiano ha presentato un question time a cui la giunta toscana dovrà rispondere in aula alla prossima seduta dell’Assemblea toscana.
«Le borracce in particolare di Publiacqua, per altro con tappo in plastica, sono realizzate in Cina – spiega Marchetti – e ho personalmente provveduto a prendere visione delle certificazioni di conformità che hanno ricevuto prima dall’importatore e poi in Italia. Ma sono relative all’idoneità all’impiego come contenitori alimentari. Questo non le rende ipso facto adatte ad essere ingerite, in tutto o in parte. I bambini ci bevono, magari a quell’imboccatura ci affilano perfino i dentini, da latte o no… fatto sta che lo smalto in diversi casi si è scheggiato, venendo plausibilmente mandato giù con l’acqua insieme a chissà quali sostanze che potrebbero essersi sprigionate dopo che è venuto meno il rivestimento».
Marchetti non intende ragioni: «Nel dubbio, si ritirino tutte quante». Quante? Tante. «All’inizio dell’Anno Scolastico 2019-2020 – scrive Marchetti nel suo atto – le Aziende di gestione del servizio idrico integrato della Toscana hanno dato vita, nei rispettivi territori di competenza, a iniziative per abbattere l’uso di plastica usa e getta regalando agli alunni e agli studenti in tutto circa 55mila borracce in alluminio. Secondo i dati Confservizi Cispel Toscana, il coinvolgimento di oltre 150 Comuni dovrebbe portare ad evitare l’uso di 130 tonnellate di plastica e al risparmio di oltre 1 milione di euro. In particolare, il gestore Publiacqua Spa ha proceduto a regalare ai circa 12mila bambini di tutte le scuole elementari dei Comuni serviti la borraccia in alluminio da 400ml con il logo dell’Azienda».
Il Capogruppo regionale di Forza Italia non contesta il principio, ma la maldestra applicazione: «Ritenuta condivisibile – scrive infatti – l’intenzione di voler concorrere all’educazione fin dall’età scolare a pratiche differenti dall’ormai abituale ‘usa e getta’», ritiene «altresì che la rincorsa al plastic free debba coniugarsi in maniera imprescindibile alla certezza di distribuire soprattutto ai più piccoli contenitori toxic free, prodotti in Italia o in Paesi dell’Unione Europea e non importati lungo la cosiddetta Via della Seta, trattati in modo da non deteriorarsi al ripetuto contatto con la bocca a cui per altro sono deputati».
La richiesta alla Regione è perentoria: «Sollecitare i Comuni, Publiacqua e gli altri gestori del servizio idrico protagonisti di campagne di distribuzione di borracce ai bambini delle scuole a procedere – eventualmente anche per il tramite delle Asl – al ritiro e divieto d’uso delle borracce medesime nel nome del principio di precauzione a tutela della salute di alunni e studenti».
Titoli di coda: «Alle solite, la Toscana vuol fare la prima della classe. Solo che qui corri corri in classe ci ha mandato materiali forse pericolosi. Diciamo che questa è riuscita male: va rifatta», chiosa Marchetti.