I commercianti pontederesi a chi dovranno obbedire?
di giorgio mancini
PONTEDERA (Pisa). I primi mal di pancia cominciano a farsi sentire. Non tutti, come si vorrebbe far credere, sono più tanto d’accordo con questo governo Monti, che viene ormai contestato da una grande fetta di italiani, a cominciare dalle classi meno abbienti e disagiate. “I politici sull’Aventino”, sembra ormai non facciano più testo, lo dimostrano, anche i continui e pericolosi attentati intimidatori a Equitalia.
E anche il sindaco di Pontedera, sul problema delle “liberalizzazioni”, per quanto riguarda il commercio, si schiera, insieme al governatore della Regione Toscana, contro le scelte di questo Presidente del Consiglio.
Nascono così i primi distinguo, estremamente pericolosi per la tenuta del governo, alle prese, in questi giorni, del rischio di conflitti sociali. Come il rincaro esoso della benzina, che non è altro, appunto, che benzina sul fuoco, in un momento sperequativo e ingiusto che sta facendo indignare tutti i cittadini onesti.
E, incurante ed in contrasto con gli indirizzi governativi, il Comune di Pontedera annuncia che saranno confermate, anche quest’anno, le 15 aperture domenicali dei negozi, concertate con l’assessore Tognarelli, le organizzazioni dei lavoratori, delle associazioni dei commercianti e dei consumatori.
Il calendario è stato inserito in una precisa ordinanza che il sindaco ha firmato.
Come negli anni passati sono state stilate le date delle aperture festive che, per il 2012 saranno: il 6 e l’8 gennaio, il 12 febbraio, l’11 e il 25 marzo, il primo aprile, il 13 maggio, il 10 giugno, l’8 luglio, il 9 settembre, il 14 e il 28 ottobre, l’11 e il 25 novembre. A queste 14 date si aggiungerà in seguito una domenica di apertura in occasione di eventi speciali legati al territorio. Va ricordato, anche, che tutte le domeniche di dicembre i negozi potranno rimanere aperti.
Il calendario “chiuso” assume un rilievo particolare in questo momento, visto, proprio le recenti norme del governo in materia di “liberalizzazione” del commercio.
In tal senso il sindaco di Pontedera Simone Millozzi ha dichiarato:
“In linea con le considerazioni della Regione Toscana e del presidente Enrico Rossi, anche noi riteniamo che la cosiddetta “liberalizzazione” totale e selvaggia degli orari e delle aperture, non sia un provvedimento utile. Rendere ancora più libero il commercio non significa renderlo selvaggio e senza alcuna regola. Il mondo del commercio è un mondo che è già completamente “sul mercato”, non si tratta di un settore che oggi gode di particolari agevolazioni o di privilegi corporativi. E già oggi il cittadino è libero di rivolgersi a chi vuole. Per quanto riguarda orari e aperture non si può far finta di non vedere che oltre alle esigenze dei consumatori occorre tener conto anche di quelle delle famiglie, dei lavoratori, della vivibilità delle città, della identità e, perché no, dei valori. Con la liberalizzazione selvaggia si metterebbe a rischio una vasta rete di piccoli esercizi commerciali che sarebbero tagliati fuori e a rischio chiusura penalizzando i centri commerciali naturali come il nostro che fanno della qualità del commercio e della vivibilità del territorio i propri valori irrinunciabili. Occorre trovare un giusto e corretto equilibrio tra gli spazi e le opportunità della grande distribuzione e il ruolo sociale svolto dai negozi di vicinato. Non è con il consumismo onnivoro che si risolvono i problemi di un Paese, che anzi sta cercando di rispondere alla crisi eliminando, necessariamente, il superfluo”.
Il Sindaco Millozzi conclude: “La capacità di spesa manca perché manca il lavoro, aumenta la disoccupazione e ci sono meno soldi nelle tasche degli italiani. In questo senso occorrerebbe indirizzare gli sforzi di una politica responsabile. Più che dell’ampliamento degli orari e delle aperture, dunque, c’è bisogno di maggiore benessere e, soprattutto, di maggiore equità sociale. Questa è la vera liberalizzazione che serve. A Pontedera la nostra ordinanza tiene conto di tutto questo”.
Le scelte sono state fatte, mentre si parla che Enrico Rossi sarebbe pronto anche a presentare un ricorso al Tar per le decisioni governative sul commercio. Ora cosa succederà?
I commercianti Pontederesi, dovranno obbedire a Monti, o a Simone Millozzi e Rossi? Ma non sono tutti sostenitori di questo governo voluto da Napolitano?
PONTEDERA (Pisa). I primi mal di pancia cominciano a farsi sentire. Non tutti, come si vorrebbe far credere, sono più tanto d’accordo con questo governo Monti, che viene ormai contestato da una grande fetta di italiani, a cominciare dalle classi meno abbienti e disagiate. “I politici sull’Aventino”, sembra ormai non facciano più testo, lo dimostrano, anche i continui e pericolosi attentati intimidatori a Equitalia.
E anche il sindaco di Pontedera, sul problema delle “liberalizzazioni”, per quanto riguarda il commercio, si schiera, insieme al governatore della Regione Toscana, contro le scelte di questo Presidente del Consiglio.
Nascono così i primi distinguo, estremamente pericolosi per la tenuta del governo, alle prese, in questi giorni, del rischio di conflitti sociali. Come il rincaro esoso della benzina, che non è altro, appunto, che benzina sul fuoco, in un momento sperequativo e ingiusto che sta facendo indignare tutti i cittadini onesti.
E, incurante ed in contrasto con gli indirizzi governativi, il Comune di Pontedera annuncia che saranno confermate, anche quest’anno, le 15 aperture domenicali dei negozi, concertate con l’assessore Tognarelli, le organizzazioni dei lavoratori, delle associazioni dei commercianti e dei consumatori.
Il calendario è stato inserito in una precisa ordinanza che il sindaco ha firmato.
Come negli anni passati sono state stilate le date delle aperture festive che, per il 2012 saranno: il 6 e l’8 gennaio, il 12 febbraio, l’11 e il 25 marzo, il primo aprile, il 13 maggio, il 10 giugno, l’8 luglio, il 9 settembre, il 14 e il 28 ottobre, l’11 e il 25 novembre. A queste 14 date si aggiungerà in seguito una domenica di apertura in occasione di eventi speciali legati al territorio. Va ricordato, anche, che tutte le domeniche di dicembre i negozi potranno rimanere aperti.
Il calendario “chiuso” assume un rilievo particolare in questo momento, visto, proprio le recenti norme del governo in materia di “liberalizzazione” del commercio.
In tal senso il sindaco di Pontedera Simone Millozzi ha dichiarato:
“In linea con le considerazioni della Regione Toscana e del presidente Enrico Rossi, anche noi riteniamo che la cosiddetta “liberalizzazione” totale e selvaggia degli orari e delle aperture, non sia un provvedimento utile. Rendere ancora più libero il commercio non significa renderlo selvaggio e senza alcuna regola. Il mondo del commercio è un mondo che è già completamente “sul mercato”, non si tratta di un settore che oggi gode di particolari agevolazioni o di privilegi corporativi. E già oggi il cittadino è libero di rivolgersi a chi vuole. Per quanto riguarda orari e aperture non si può far finta di non vedere che oltre alle esigenze dei consumatori occorre tener conto anche di quelle delle famiglie, dei lavoratori, della vivibilità delle città, della identità e, perché no, dei valori. Con la liberalizzazione selvaggia si metterebbe a rischio una vasta rete di piccoli esercizi commerciali che sarebbero tagliati fuori e a rischio chiusura penalizzando i centri commerciali naturali come il nostro che fanno della qualità del commercio e della vivibilità del territorio i propri valori irrinunciabili. Occorre trovare un giusto e corretto equilibrio tra gli spazi e le opportunità della grande distribuzione e il ruolo sociale svolto dai negozi di vicinato. Non è con il consumismo onnivoro che si risolvono i problemi di un Paese, che anzi sta cercando di rispondere alla crisi eliminando, necessariamente, il superfluo”.
Il Sindaco Millozzi conclude: “La capacità di spesa manca perché manca il lavoro, aumenta la disoccupazione e ci sono meno soldi nelle tasche degli italiani. In questo senso occorrerebbe indirizzare gli sforzi di una politica responsabile. Più che dell’ampliamento degli orari e delle aperture, dunque, c’è bisogno di maggiore benessere e, soprattutto, di maggiore equità sociale. Questa è la vera liberalizzazione che serve. A Pontedera la nostra ordinanza tiene conto di tutto questo”.
Le scelte sono state fatte, mentre si parla che Enrico Rossi sarebbe pronto anche a presentare un ricorso al Tar per le decisioni governative sul commercio. Ora cosa succederà?
I commercianti Pontederesi, dovranno obbedire a Monti, o a Simone Millozzi e Rossi? Ma non sono tutti sostenitori di questo governo voluto da Napolitano?