FIRENZE. E' stato presentato stamane (26 maggio) l’opuscolo “Il bullismo non ci piace”. Un progetto ideato dalla Polizia di Stato e redatto in collaborazione con il Difensore civico della Toscana, tanto sintetico quanto esaustivo, per contrastare il bullismo, vera e propria emergenza educativa e sociale. La raccolta di suggerimenti e consigli contenuti nell’opuscolo, è rivolta a genitori, adolescenti e mondo scolastico perché “le forze dell’ordine – ha spiegato il commissario capo della Polizia di Stato Fabrizio Mustaro – non possono dare risposte esclusive. Scuola e famiglia devono essere coinvolte e lavorare insieme sui tre attori principali del fenomeno: bulli, testimoni e vittime”.
“L’analisi attenta della realtà – ha rilevato Giorgio Morales – è la base da cui partire per mettere in campo azioni efficaci ed autorevoli. Tra queste, l’opuscolo che presentiamo siamo certi potrà contribuire a promuovere una migliore conoscenza del fenomeno oltre che fornire suggerimenti utili per contrastarlo”.
“La consapevolezza che il bullismo è diventato una vera emergenza sociale ci impone una riflessione e un impegno ancora più forti”. Così il consigliere regionale Diego Ciulli (Pd) che ha voluto sottolineare anche la necessità di “dare visibilità e forza al protagonismo buono del mondo scolastico”. Da qui la necessità di “indagare molto più a fondo” e “spingere sul tema della partecipazione e della prevenzione” attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione.
Sul tema della comunicazione è intervenuto anche il consigliere del Corecom Vincenzo Caciulli che ha ricordato la “collaborazione ormai stabile” con il Difensore civico e il lavoro che il Comitato sta avviando: “Rendere qualitativamente migliore il sistema dei media può essere una valida azione di contrasto e prevenzione”. Suggerita da Caciulli anche la necessità di spiegare non solo come si riconosce la vittima, ma anche il bullo.
Alla conferenza hanno partecipato anche Cesare Angotti direttore dell’ufficio scolastico regionale: “Gli insegnanti devono riappropriarsi del loro ruolo di educatori evitando un’eccessiva indulgenza” e Rosa Milano, vice capo gabinetto della Prefettura: “Esiste una necessità tangibile di parlare più a fondo del fenomeno ma occorre dare informazioni corrette e non sottrarsi al dialogo con i più giovani”.