di Enrico Campana
FIRENZE. Presentazione il 26 novembre a Palazzo Vivarelli Colonna – Sala degli Specchi – Via Ghibellina 30, ore 16,30, di un libro singolare, La conchiglia dell’essere- Poesie per Piero della Francesca di Patrizia Fazzi. All’evento, organizzato da Pianeta Poesia e coordinato da Mariagrazia Carraroli, gli autorevoli interventi di Pier Francesco Listri e Alma Borgini. Prima e unica silloge di poesie dedicata a Piero della Francesca, il libro, già premiato nella prima edizione (Le Balze, 2007) con il “Premio Speciale Contini Bonacossi 2007”, esce ora in edizione ampliata e anche in inglese, dal titolo “The Shell of Being”, Polistampa, 2009 (www.polistampa.com), corredato da immagini a colori in forma editoriale molto accurata ed elegante, degna del grande artista nativo di Sansepolcro . La poetessa aretina, già autrice delle raccolte “Ci vestiremo di versi” (Helicon, 2000), “Dal fondo dei fati” (Edizioni del Leone, 2005), Il filo rosso – Segno e simbolo nell’arte di Giampaolo Talani, (Polistampa, 2008) – opere che hanno ottenuto consensi di critica e di pubblico – ha qui affrontato un cimento temibile, ma che passione per l’arte, talento e sensibilità hanno permesso di superare a pieni voti. “La conchiglia dell’essere” – come afferma il poeta e critico Luciano Luisi nella bella ‘Prefazione’ – si snoda come “ una sorta di poema” che narra “in linguaggio asciutto e scandito”, con impennate di lirismo, sedici tra le più belle e famose opere di Piero, dalla Pala di Brera alla Madonna del Parto”, dalla Resurrezione al Battesimo di Cristo, fino allo splendido ciclo aretino degli affreschi della Leggenda della Vera Croce. In ogni pagina si susseguono, alla riproduzione a colori dell’opera pierfrancescana, le varie poesie ad essa ispirate, venendo a costituire nel loro insieme una guida insolita ed estremamente penetrante del messaggio spirituale ed etico affidato dal pittore ad ogni particolare, cromatico o strutturale, quasi un percorso a ritroso nel labirinto cifrato dei gesti, del paesaggio, dei volti, della luce che rende ogni sua creazione così perfetta e al tempo stesso quasi misteriosa. E in questo mistero Patrizia Fazzi ha affondato animo e penna, cercando di rendere l’afflato metafisico della pittura, usando, come recita un suo verso introduttivo, “la penna come pennello, gli aggettivi come colori” e realizzando l’antico detto oraziano ‘Ut pictura poesis’. Sulla copertina – azzurro indaco per l’edizione in italiano, rosa aranciato per quella in inglese – si staglia un particolare della Pala Montefeltro, quella “conchiglia dell’essere”, da cui “Perfetto/ nitido / sospeso/…si tende“ il “filo che scende/ arcano/ guscio di luce / …nicchia gravitante di mistero”. La natività, con tutto il suo carico di dignitosa sacralità, si ritrova nella figura della Madonna del Parto di Monterchi, per il cui “ovale puro/ fermo e sereno sguardo” Patrizia Fazzi conia versi acutissimi: “…s’incrociano i colori/ come nel contatto scambievole/ si rinnova il mistero della nascita// e slarga il sipario alla creatura nuova” intuendo, come sottolinea Luisi, che le vesti degli angeli che aprono le tende dietro al grembo in attesa sono il simbolo, nel loro incrocio cromatico, dell’unione d’amore da cui ha origine la vita.
Nella seconda parte del poemetto scorrono le poesie dedicate al “cuneo di luce, di forme, di colori/ simmetria di scene che scandiscono/ la fede, il sangue, la vita incastonati/ nel legno di salvezza e sacrificio/..” ovvero al ciclo della Vera Croce nella Basilica di San Francesco di Arezzo. Qui l’autrice ha sostato a lungo, ricavando anche da queste “pagine d’arte perfetta ed immortale” versi che trasmettono al lettore il senso della storia dell’umanità intera, nel suo cammino di dolore e amore, speranza e riscatto. Dalla Morte di Adamo (“E’stato il primo uomo/ e fu la prima morte..”) si passa al “chino profilo/ che irradia devozione” della Regina di Saba, poi alla “serena obbedienza” dell’Annunciazione e al Sogno di Costantino, insuperabile magia di “luce che penetra la tenda/ e la soffonde nel crisma di vittoria”, passando per “la vita/ travolta/ calpestata/ irrigata di sangue” delle battaglie, fino al Ritorno della Croce a Gerusalemme, che “nel tramonto splende/ mondato dal sangue salvatore”: per ogni stazione di questa ideale Via Crucis, Patrizia Fazzi intuisce e crea immagini per cui “il verso si fa quadro”.
Il libro, corredato ora da pagine critiche dell’autrice e dallo schema della Cappella Bacci, riporta in Appendice alcune delle pochissime poesie ispirate ad opere pierfrancescane, da D’annunzio a Luzi e porta un altro mattone a sostegno del patrimonio di “bellezza e valori dell’arte di Piero della Francesca e della ‘terra di Piero’, al quale è esplicitamente dedicato.Un patrimonio che può costituire ancora un punto di riferimento per la crescita culturale ed economica del territorio aretino ed oltre, quel patrimonio che ci rende ricercati dai turisti perchè unico nel mondo, nelle cui strade ora può ‘viaggiare’ meglio grazie alla traduzione inglese.
Un libro di poesie? forse qualcosa di più, La conchiglia dell’essere, che certo attesta il valore evocativo della parola poetica, un libro che si legge d’un fiato e si rilegge, proprio come si guardano e ammirano ancora senza fiato le opere di Piero.
FIRENZE. Presentazione il 26 novembre a Palazzo Vivarelli Colonna – Sala degli Specchi – Via Ghibellina 30, ore 16,30, di un libro singolare, La conchiglia dell’essere- Poesie per Piero della Francesca di Patrizia Fazzi. All’evento, organizzato da Pianeta Poesia e coordinato da Mariagrazia Carraroli, gli autorevoli interventi di Pier Francesco Listri e Alma Borgini. Prima e unica silloge di poesie dedicata a Piero della Francesca, il libro, già premiato nella prima edizione (Le Balze, 2007) con il “Premio Speciale Contini Bonacossi 2007”, esce ora in edizione ampliata e anche in inglese, dal titolo “The Shell of Being”, Polistampa, 2009 (www.polistampa.com), corredato da immagini a colori in forma editoriale molto accurata ed elegante, degna del grande artista nativo di Sansepolcro . La poetessa aretina, già autrice delle raccolte “Ci vestiremo di versi” (Helicon, 2000), “Dal fondo dei fati” (Edizioni del Leone, 2005), Il filo rosso – Segno e simbolo nell’arte di Giampaolo Talani, (Polistampa, 2008) – opere che hanno ottenuto consensi di critica e di pubblico – ha qui affrontato un cimento temibile, ma che passione per l’arte, talento e sensibilità hanno permesso di superare a pieni voti. “La conchiglia dell’essere” – come afferma il poeta e critico Luciano Luisi nella bella ‘Prefazione’ – si snoda come “ una sorta di poema” che narra “in linguaggio asciutto e scandito”, con impennate di lirismo, sedici tra le più belle e famose opere di Piero, dalla Pala di Brera alla Madonna del Parto”, dalla Resurrezione al Battesimo di Cristo, fino allo splendido ciclo aretino degli affreschi della Leggenda della Vera Croce. In ogni pagina si susseguono, alla riproduzione a colori dell’opera pierfrancescana, le varie poesie ad essa ispirate, venendo a costituire nel loro insieme una guida insolita ed estremamente penetrante del messaggio spirituale ed etico affidato dal pittore ad ogni particolare, cromatico o strutturale, quasi un percorso a ritroso nel labirinto cifrato dei gesti, del paesaggio, dei volti, della luce che rende ogni sua creazione così perfetta e al tempo stesso quasi misteriosa. E in questo mistero Patrizia Fazzi ha affondato animo e penna, cercando di rendere l’afflato metafisico della pittura, usando, come recita un suo verso introduttivo, “la penna come pennello, gli aggettivi come colori” e realizzando l’antico detto oraziano ‘Ut pictura poesis’. Sulla copertina – azzurro indaco per l’edizione in italiano, rosa aranciato per quella in inglese – si staglia un particolare della Pala Montefeltro, quella “conchiglia dell’essere”, da cui “Perfetto/ nitido / sospeso/…si tende“ il “filo che scende/ arcano/ guscio di luce / …nicchia gravitante di mistero”. La natività, con tutto il suo carico di dignitosa sacralità, si ritrova nella figura della Madonna del Parto di Monterchi, per il cui “ovale puro/ fermo e sereno sguardo” Patrizia Fazzi conia versi acutissimi: “…s’incrociano i colori/ come nel contatto scambievole/ si rinnova il mistero della nascita// e slarga il sipario alla creatura nuova” intuendo, come sottolinea Luisi, che le vesti degli angeli che aprono le tende dietro al grembo in attesa sono il simbolo, nel loro incrocio cromatico, dell’unione d’amore da cui ha origine la vita.
Nella seconda parte del poemetto scorrono le poesie dedicate al “cuneo di luce, di forme, di colori/ simmetria di scene che scandiscono/ la fede, il sangue, la vita incastonati/ nel legno di salvezza e sacrificio/..” ovvero al ciclo della Vera Croce nella Basilica di San Francesco di Arezzo. Qui l’autrice ha sostato a lungo, ricavando anche da queste “pagine d’arte perfetta ed immortale” versi che trasmettono al lettore il senso della storia dell’umanità intera, nel suo cammino di dolore e amore, speranza e riscatto. Dalla Morte di Adamo (“E’stato il primo uomo/ e fu la prima morte..”) si passa al “chino profilo/ che irradia devozione” della Regina di Saba, poi alla “serena obbedienza” dell’Annunciazione e al Sogno di Costantino, insuperabile magia di “luce che penetra la tenda/ e la soffonde nel crisma di vittoria”, passando per “la vita/ travolta/ calpestata/ irrigata di sangue” delle battaglie, fino al Ritorno della Croce a Gerusalemme, che “nel tramonto splende/ mondato dal sangue salvatore”: per ogni stazione di questa ideale Via Crucis, Patrizia Fazzi intuisce e crea immagini per cui “il verso si fa quadro”.
Il libro, corredato ora da pagine critiche dell’autrice e dallo schema della Cappella Bacci, riporta in Appendice alcune delle pochissime poesie ispirate ad opere pierfrancescane, da D’annunzio a Luzi e porta un altro mattone a sostegno del patrimonio di “bellezza e valori dell’arte di Piero della Francesca e della ‘terra di Piero’, al quale è esplicitamente dedicato.Un patrimonio che può costituire ancora un punto di riferimento per la crescita culturale ed economica del territorio aretino ed oltre, quel patrimonio che ci rende ricercati dai turisti perchè unico nel mondo, nelle cui strade ora può ‘viaggiare’ meglio grazie alla traduzione inglese.
Un libro di poesie? forse qualcosa di più, La conchiglia dell’essere, che certo attesta il valore evocativo della parola poetica, un libro che si legge d’un fiato e si rilegge, proprio come si guardano e ammirano ancora senza fiato le opere di Piero.